Novecentosettantatré. Da 973 giorni, “parenti prossimi” di mille, la polizia municipale di Messina, tredicesima città d’Italia, è senza un comandante. Dal giorno, cioè, in cui Calogero Ferlisi, l’ultimo a ricoprire questo incarico (per ben vent’anni), ha salutato tutti con un vassoio di pasticcini e due bottiglie di spumante. Dimissioni volontarie, dopo un lungo scontro col sindaco Cateno De Luca, paradigma di ciò che stava diventando il Corpo di polizia municipale a Messina. La rottura tra Ferlisi e De Luca avvenne l’estate prima – agosto 2018 –, in occasione di un blitz tra gli ambulanti di Torre Faro, condotto in prima persona dal sindaco, il quale accusò di “insubordinazione” Ferlisi (tra le altre contestazioni, il non essersi presentato ad un appuntamento fissato... su Facebook). Da quel momento nulla è stato come prima: Ferlisi è stato prima trasferito al Patrimonio, poi reintegrato dopo il pronunciamento del Giudice del lavoro, infine si è dimesso. Di fatto, dunque, la “vacatio” ai vertici del Corpo è ben più lunga. Da più di due anni il “comando”, se così si può definire, viene affidato a dirigenti amministrativi di Palazzo Zanca, nessuno, ovviamente, con la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria. L’ultima mossa è stata quella di affidare la dirigenza della polizia municipale a Francesco Ajello, che però è ormai prossimo alla pensione. Ecco perché il dirigente “reale” è il suo sostituto, il direttore generale Federico Basile. Ma, come sussurrano alcuni vigili urbani, «a comandare il corpo sono l’assessora Musolino ed il sindaco De Luca». Un po’ quello che aveva contestato Ferlisi quell’estate, un po’ quello che traspare dai resoconti dei vari blitz della Municipale, vedi i “famosi” e recenti fatti di piazza del Popolo. Episodi in cui i vigili sembrano effettivamente rispondere più ad una guida “politica”, che tecnica. Ma le anomalie di un Corpo sempre più... nudo sono tante, e sembrano portare ad un quasi inevitabile stato d’agitazione. I sindacati sono sul piede di guerra e nei prossimi giorni si terrà un incontro col direttore generale. Sul tavolo ci sono molte questioni, tra cui la cronica carenza d’organico e il cambio di mansione per gli inidonei (anche parziali), di fatto passati negli uffici amministrativi di Palazzo Zanca. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina