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De Luca (M5S) sul caso 118 a Messina: "Personale e medici sono vittime del sistema che non funziona"

"Le colpe non sono loro ma di quella parte di politica che invece di potenziare il servizio lo sta distruggendo un pezzo alla volta. A tutti noi tocca il compito di difenderlo e magari potenziarlo, lo dobbiamo fare per chi non c'è più e per chi ancora c'è”

Il caso 118 è stato, ieri, al centro della commissione Sanità dell’Ars. Ma non era presente l’assessore regionale alla Salute, come racconta il deputato messinese del M5S Antonio De Luca. “La politica regionale, dei problemi sanitari del nostro territorio - attacca il parlamentare -, ne vuole parlare solo nei comunicati stampa o vuole farlo in maniera concreta nelle sedi competenti?”. Ma dall’audizione di ieri sono comunque venuti fuori spunti importanti. In primis, rivela sempre De Luca, “che la sera in cui ha perso la vita Olga Cancelleri, a Messina erano operative solo 2 ambulanze medicalizzate (su 5 previste) e 1 non medicalizzata”. In particolare 3 (Papardo, Policlinico e Boccetta) erano ferme per disposizione della Seus, la società della Regione che gestisce le ambulanze del 118, in quanto mancavano i necessari autisti soccorritori; 1 (Piemonte) era a sanificare; 1 (Castanea) era ferma in quanto operativa solo 12 ore al giorno; 2 erano operative ma impegnate. “In parole povere - sottolinea De Luca - in quella maledetta sera a Messina, una città con quasi 240.000 abitanti, in circolazione c'erano solo 2 ambulanze medicalizzate. La cosa peggiore è che questo stato di fatto non è l'eccezione, ma la regola a quanto pare. I medici e il personale sanitario del 118 non hanno colpa di questo stato di cose, loro sono vittime come noi. Anzi sono quegli uomini e quelle donne che in ogni momento e in ogni condizione sono pronti a partire per salvarci la vita. A fare schifo non sono loro, ma quella parte di politica che invece di potenziare il 118 lo sta distruggendo un pezzo alla volta. A tutti noi tocca il compito di difenderlo e magari potenziarlo, lo dobbiamo fare per chi non c'è più e per chi ancora c'è”.

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