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Messina, Casa del Portuale: nel 2017 si stabilì il passaggio al Comune. Lo scontro con la Regione

Il protocollo d’intesa venne firmato dall’allora sindaco Accorinti e dalla Regione. La vicesindaca Previti all’attacco del vicegovernatore Armao: «Il suo è un dispetto, onori i patti e ci consenta di realizzare l’I-Hub»

Nello scontro tra Regione e Comune di Messina, tra il vicegovernatore Gaetano Armao e la vicesindaca Carlotta Previti, ecco il colpo di scena: l’Amministrazione De Luca tira fuori un documento che si era perso nelle nebbie dei rapporti tra Palermo e lo Stretto. È un protocollo d’intesa firmato esattamente quattro anni fa, il 14 novembre 2017. Di cosa si sta parlando?
Rapidissimo passo indietro. Tra i i più importanti progetti della programmazione avviata dalla Giunta comunale, vi è l’I-Hub dello Stretto, il Polo di innovazione tecnologica che dovrebbe richiamare multinazionali e start-up giovanili ma, nello stesso tempo, contribuendo alla riqualificazione territoriale, anzi a una vera e propria rigenerazione urbana, nell’area della cortina del porto. Sono interessati dall’investimento di 71 milioni di euro, tuti fondi già intercettati da Palazzo Zanca attraverso tre canali di finanziamento, gli edifici, tutti “ex”, dei Magazzini Generali, dei Silos Granai, del Mercato Ittico e della Casa del Portuale. Ed ecco il punto dolente, il pomo della discordia tra Armao e Carlotta Previti, come confermato dall’acceso dibattito televisivo andato in onda a “Scirocco”, su Rtp, nella serata di venerdì. La Regione, un po’ per dispetto (Musumeci e De Luca non si amano poi così tanto...) un po’ perché non si è sentita in alcun modo coinvolta in questo progetto, avrebbe deciso un’altra destinazione alla Casa del Portuale, sulla quale ha la titolarità. La vicesindaca Previti, da mesi, va chiedendo quell’immobile, perché fa parte integrante del progetto dell’I-Hub. Armao vorrebbe darlo all’Ersu per farne residenze universitarie che, però, in quel contesto c’entrerebbero come il cavolo a merenda. E poi, ci sarebbe anche la Casa dello Studente di via Cesare Battisti che, prima o poi, qualcuno dovrebbe restituire alla fruizione pubblica. O no?

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