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Messina, la morte di Olga Cancellieri: un’intera città chiede giustizia

L’incidente mortale di mercoledì scorso in pieno centro che è costato la vita all’avvocata Olga Cancellieri. Un’interrogazione di tutti parlamentari messinesi pretende chiarezza sui ritardi nei soccorsi

C’è un’intera città che chiede giustizia. E chiarezza. E garanzie per il futuro. Ed è angosciata in questi giorni cupi da un unico martellante interrogativo: se l’ambulanza fosse arrivata in tempi rapidi in quel maledetto incrocio in pieno centro alle nove di sera l’avvocata Olga Cancellieri sarebbe sopravvissuta?

A questa domanda bisogna trovare risposte non soltanto giudiziarie ma anche sanitarie. In fretta. Senza perdere troppo tempo. Tutti lo dobbiamo innanzitutto ai suoi affetti, oggi spezzati tra il dolore di una casa ormai vuota e un’inchiesta da ingoiare amaramente ogni giorno come “parti offese”.

Che l’incidente mortale di mercoledì sera costato la vita all’avvocata Olga Cancellieri abbia sconvolto un po’ tutti, soprattutto per i vergognosi ritardi nei mezzi di soccorso, lo dimostra anche la nota unitaria dei deputati messinesi Nino Germanà (Lega), Pietro Navarra (Pd) Carmela Bucalo (Fdi), Francesco D’Uva (M5s), Matilde Siracusano (FI) e Maria Flavia Timbro (LeU). Chiedono senza mezzi termini l’invio degli ispettori ministeriali a Messina per fare chiarezza.

Ecco il testo: «I deputati messinesi chiedono una task force di ispettori per fare chiarezza sul decesso a Messina della 46enne signora Olga Cancellieri. Una tragedia che supera confini ideologici e di partito, per cui tutti uniti chiediamo che sia fatta chiarezza al più presto sulle modalità di soccorso. È fondamentale verificare la sussistenza di eventuali ritardi, difetti organizzativi e disfunzioni nella gestione del servizio di emergenza-urgenza che spesso ci vengono segnalate sia in città che in provincia. Sul caso, che ha acceso l’interesse della Procura, deve essere fatta presto luce e per questo chiediamo al Ministro Speranza che siano inviati gli ispettori. I cittadini hanno bisogno di sapere che possono contare su un servizio sanitario all’altezza di uno Stato civile. I deputati messinesi, tutti insieme, si stringono intorno alla famiglia della signora Cancellieri».

Come atto parlamentare si tratta di un’interrogazione a risposta scritta indirizzata al ministro Speranza, e i parlamentari scrivono anche: «continuano a registrarsi con frequenza inaccettabile episodi di malasanità che risultano spesso causa o concausa di tragici decessi e che sono sicuramente indice di un servizio sanitario che, in alcuni territori, rimane ancora oggi inadeguato, nonostante gli interventi di potenziamento dello stesso che si sarebbero dovuti adottare – ma che evidentemente non sono stati, ovunque, adottati – all’indomani delle prime ondate della pandemia da Covid-19»; nell’atto parlano anche di «ritardi, disfunzioni e altre inefficienze più o meno gravi nell’ambito dell’organizzazione del servizio di emergenza urgenza sembrerebbero ormai una costante nel territorio di Messina e provincia, come risulta anche da precedenti denunce e contestazioni, anch’esse riprese da articoli di stampa».
Su questa tragedia è intervenuto in maniera molto polemica anche il segretario regionale di Sicilia Futura Beppe Picciolo, parlando di «politica che sproloquia ma resta ferma, il sistema del 118 va riformato valorizzando e incentivando, in tutti i sensi, il ruolo del personale medico soccorritore».

«Ma come è possibile - aggiunge l’ex parlamentare regionale -, che nel 2021 ancora si possa discutere delle carenze di personale da destinare al 118? Ma lo sapete che chi lavora a servizio della nostra sicurezza a bordo delle autoambulanze non ha un contratto a tempo indeterminato, ma solo un rapporto convenzionale tipo medici di famiglia? Lo sapete che le tutele salariali sono limitate anche in caso di malattia del personale? Lo sapete che non c’è un ricambio generazionale del sistema 118 con personale sanitario over 55 costretti a turni massacranti? Credo di no ed è materia oscura anche per molti addetti ai lavori del mondo della comunicazione! Personalmente l’ho scritto sette anni fa, l’ho verbalizzato più volte in Commissione Sanità, proprio lì ho spiegato che certe professioni logoranti, senza incentivi economici, non sono per nulla appetibili! Ma niente, lettera morta! Ebbene anche dall’esterno del Palazzo continuo la mia battaglia! Ma che nessuno faccia adesso il “caduto dalla naca”. I ritardi nei soccorsi sono frutto di tutto ciò… e del tirare a campare, tanto adesso c’è il Covid! Occorrono riforme strutturali e legislative, indispensabili a livello nazionale e regionale! Non so se Olga si sarebbe potuta salvare… ma solo avere un minimo dubbio non mi fa dormire la notte! Riposa in pace animo nobile! Con tanto tanto affetto!».

In città poi l’avvocato Giovanni Giacoppo e la consigliera comunale del Pd Antonella Russo hanno creato un comitato spontaneo nominato “Codice bordeaux”, per andare «oltre il codice rosso, oltre l’emergenza, oltre le parole”. «È nato - scrivono -, per rappresentare tutti i cittadini che pretendono un servizio sanitario di emergenza-urgenza efficace, veloce, professionale. Perché non è possibile che si continui a morire in attesa di un soccorso adeguato! Ecco perché nasce il Codice bordeaux, perché il codice rosso non basta più per tutelarci, e non vogliamo arrivare al codice nero, senza almeno tentare di cambiare le cose…».

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