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La Srr Messina lancia un bando per portare i rifiuti fuori regione

L'impianto di Lentini

Ancora cinque giorni e la Sicilia orientale saprà cosa ne sarà dei proprio rifiuti. Messina è alla finestra per capire cosa ne sarà e soprattutto quanto aumenterà la tariffa se, davvero, una parte dell’immondizia indifferenziata dovrà finire fuori dalla Sicilia. La Regione siciliana ha comunicato che a far data dal 14 novembre la frazione di rifiuti indifferenziati eccedente il 35% (la normativa nazionale prevede il limite minimo del 65% di differenziata per tutti i comuni) dovrà essere “esportata” perché gli impianti esistenti non sono in grado di smaltirla.

Ha poi invitato le Srr a procedere alla individuazione dei nuovi impianti. «La nostra società di regolamentazione – spiega Dafne Musolino che la presiede – aveva già provveduto a fare un avviso conoscitivo per individuare gli impianti, o meglio gli operatori in grado di eseguire tale trasporto e smaltimento. Nei giorni scorsi abbiamo provveduto a rinnovare l’avviso (quello precedente era stato fatto ad aprile) per avere anche un aggiornamento sui prezzi. Ci sono stati poi dei confronti con il Dipartimento regionale dei rifiuti e con le Srr della Sicilia orientale a seguito dei quali la Srr Messina Area metropolitana è stata designata per pubblicare un avviso con indicazione delle quantità delle Srr di Messina, Catania e Siracusa in modo da evitare distorsioni del mercato e fare un fronte compatto. Questo avviso, intanto per Messina, verrà pubblicato oggi e poi si farà in modo che i singoli comuni sottoscrivano i contratti normativi con gli operatori che faranno la migliore offerta. Nelle ore più drammatiche della crisi del sistema dei rifiuti in Sicilia, Messina avverte solo marginalmente questa emergenza grazie al grande risultato raggiunto del 60% della raccolta differenziata registrato nel mese di ottobre, per cui la frazione di indifferenziato è stata ridotta in modo così consistente da potersi quantificare in meno di 50 tonnellate giornaliere».

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