«Inviteremo Greta Thunberg». E non è una “boutade”. L’ambizione di Messina è diventare la città meridionale d’Italia con il più alto numero di aree verdi. E l’anima “ambientalista” dell’Amministrazione De Luca è tutta in questo progetto, il cui documento d’indirizzo è stato approvato in Giunta, con il via libera alla progettazione del Piano di Forestazione urbana finanziato con 25 milioni di euro provenienti dai fondi del “React Eu” e del Programma operativo “Po 2021-2027”. La progettazione esecutiva sarà divisa in lotti e il primo verrà affidato entro la fine dell’anno.
Il piano di comunicazione
In contemporanea, è stato approvato anche il Piano di comunicazione “ForestaMe” che prevede la selezione di figure professionali nell’ambito della comunicazione. «Verrà avviata da subito una strategia di comunicazione che avrà un ruolo determinante nel progetto di Forestazione urbana – spiega la vicesindaca Carlotta Previti – soprattutto in relazione alle sue ambizioni e alle sue potenzialità attraverso il coinvolgimento di tutti i cittadini in modo attivo e partecipato. Il progetto si svilupperà in modo coerente su base biennale e vedrà la sua piena realizzazione entro il 2023». Forestazione urbana significa «incrementare le aree “pulite”, investendo maggiori risorse nella riqualificazione del verde, nella messa a dimora di impianti arbustivi e floreali e soprattutto nel piano di rinnovo arboreo, come strumento per contrastare i cambiamenti climatici e contestualmente rendere più efficaci le azioni di prevenzione e contrasto degli incendi attraverso una specifica gestione silvo-colturale e una migliore gestione delle piantagioni a rapido accrescimento. Il nostro – prosegue Carlotta Previti – sarà il principale progetto italiano di “advocacy” dei valori ambientali, delle sfide climatiche e di sostenibilità del Paese». Non si tratta solo di «piantumare alberi che possano cambiare il volto della città, attraverso la creazione di polmoni verdi, ma sarà ricreato in città l’ecosistema delle foreste con l’abbinamento dell’elemento alberato a quello dell’acqua, in modo da abbassare la temperatura e rilasciare ossigeno». Messina e la Rete internazionale In questa sfida adeguata ai tempi e alle richieste dei cosiddetti “ragazze e ragazzi di Glasgow” (la nuova generazione cresciuta alla diciottenne ambientalista svedese), Messina non è sola.