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L'autorità portuale di Messina apre alla città: "Sull'affaccio a mare decidiamo insieme"

È il momento di definire il futuro dell’affaccio fra Boccetta e Annunziata. Mega: «Tutti parteciperanno alle scelte. La Fiera? dipende dai ricorsi»

Sarà la città a decidere il futuro dell’affaccio a mare più prezioso di Messina. Che cosa ne sarà della zona passeggiata a mare? e della rada San Francesco? e, invece, il nodo della Fiera come sarà sciolto? In quattro o cinque mesi dovrebbero arrivare le risposte che la città aspetta da anni e che dovrebbero maturare attraverso un percorso condiviso con il territorio.

L’Autorità di sistema dello Stretto vuole chiamare in causa quelli che con un inglesismo vengono chiamati stakeholders, cioè tutti coloro che hanno un interesse nella programmazione di questa porzione così preziosa della città. A metà del prossimo mese l’ente di via Vittorio Emanuele presenterà i dettagli di questo percorso che ha già avviato con l’Università di Messina, in particolare con il dipartimento di Ingegneria e una azienda di Torino, la Avventura Urbana, che da 25 anni affianca le amministrazioni nei processi inclusivi soprattutto quando ci sono progetti che riguardano importanti mutamenti del territorio.

«Si tratterà di una vera e propria riqualificazione – dice il presidente dell’Autorità di Sistema della Stretto Mario Mega – e, in questa fase, stiamo lavorando alla creazione di un capitolato per la progettazione del futuro del waterfront che va dal torrente Boccetta all’Annunziata. L’obiettivo finale è quello di lanciare entro l’estate un concorso di idee che abbia come quadro generale ciò che emergerà dall’ascolto della città. Ascolteremo i consigli, i suggerimenti anche le esigenze che arrivano dal Comune, dagli altri enti territoriali, dai portatori di interesse, dalle associazioni per poter realizzare un documento che metta d’accordo quante più persone possibile. Sarebbe troppo facile dire che quella è zona demaniale e si fa quello che dice l’Authority. Io preferisco pensare che ci siano 1600 metri di affaccio da ricucire con la città».

Una cesura nata nel corso de decenni, resa palese dal tram e che ora merita una visione globale a prescindere dalla titolarità delle aree. «La base resta quanto contenuto nel piano regolatore portuale – prosegue Mega – Noi ci presenteremo alla città con una idea di base che potrà essere valutata e rivista dalla città. Vogliamo discutere del futuro della Rada S. Francesco, se farne un porto turistico e come realizzarlo. Chiuso alla fruizione della città o integrato? Non eravamo tenuti a fare un percorso di condivisione, ma ritengo che fosse necessario un processo inclusivo». E sulla Fiera, cosa ne pensa Mario Mega?

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