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Messina, si può replicare il modello Capacity anche nelle altre zone baraccate

L’esempio di un nuovo sistema di risanamento immaginato a Fondo Saccà e Fondo Fucile. La proposta di Gioveni: «Far diventare le famiglie proprietarie dei nuovi alloggi e coinvolgere i privati nel project financing»

«Più soluzioni ci sono in campo a disposizione della commissaria straordinaria per il Risanamento, meglio è. L’obiettivo della città deve essere quello di sbaraccare tutto entro il 31 dicembre 2023 e, tra le varie soluzioni, non si possono non considerare il “Progetto Capacity” e i “project financing”». Libero Gioveni, presidente di una delle Commissioni consiliari e capogruppo di Fratelli d’Italia, lancia una proposta che punta a prendere come modello, anche per altre zone baraccate della città, gli interventi che il Comune e la Fondazione di Comunità hanno attuato, e stanno attuando, a Fondo Saccà e a Fondo Fucile.
«Il percorso del Progetto Capacity – sottolinea Gioveni – ha già dato importanti risultati a decine di famiglie di Fondo Saccà e a qualcuna di Fondo Fucile che hanno scelto di acquistare un alloggio di proprietà avvalendosi di un contributo economico “una tantum” pari al 75% del costo dell’appartamento (fino a un massimo di 80.000 euro), facendosi carico del restante 25%, rappresentato o da un processo di autorecupero, o da un finanziamento ipotecario». Una strada inedita per Messina, quella di “Capacity”, che ha di fatto consentito a diversi nuclei familiari residenti in baracca di diventare, alla fine, proprietari delle nuove abitazioni.

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