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Discarica di Mazzarrà, reati prescritti e aree dissequestrate

Nessun colpevole per la violazione di norme ambientali: la Corte d’Appello azzera la condanna di Crisafulli e Antonioli

La discarica di Mazzarà

Nessun colpevole per la mala gestione della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea. La prescrizione dei reati che sarebbero stati commessi nella gestione dell'invaso in cui venivano conferiti rifiuti da tutto il territorio provinciale e anche della Campania era intervenuta prima della sentenza di primo grado con la quale erano stati condannati gli ultimi due amministratori di TirrenoAmbiente. La Corte d'Appello di Messina, presidente ed estensore Carmelo Blatti, consiglieri Bruno Sagone, Silvana Cannizzaro, nel processo sulla gestione illegale della discarica di TirrenoAmbiente, in riforma della sentenza emessa il 18 gennaio 2021 dal giudice monocratico del Tribunale di Barcellona, ha dichiarato di “non doversi procedere” nei confronti dell'ex presidente del Consiglio di amministrazione e dell'ex amministratore delegato della società mista “TirrenoAmbiente”, Antonio “Antonello” Crisafulli, 59 anni di Barcellona ed il piemontese Giuseppe Antonioli, 60 anni, per i reati loro ascritti “perché estinti per prescrizione”. I due ex amministratori, avevano infatti presentato ricorso avverso la decisione del Tribunale attraverso gli avvocato Giuseppe Tortora e Tommaso Calderone. Con la sentenza, pronunciata con contestuale motivazione, la stessa Corte d'Appello ha revocato di conseguenza la confisca delle aree della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea che era stata ordinata con la sentenza di primo grado. Revocate anche le statuizioni civili e disposta la restituzione agli aventi diritto delle aree sequestrate.

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