La conferma arriva dal nuovo direttore generale del Dasoe, Francesco Bevere. Messina e gli altri comuni nei quali il tasso di vaccinazione è al di sotto del 75%, potranno subire delle restrizioni da parte della Regione. Questo parametro, oggi, sarebbe l’unico che la città sforerebbe ma che risulta essere fra i più “pesanti” nella valutazione che politicamente verrebbe fatta dalla Regione. Oggi, in tutta l’isola, c’è solo un comune con una restrizione superiore a quella del colore “giallo”. È Francofonte che è arancione e anche quando domani la Sicilia tornerà bianca, si dovrà continuare ad andare al ristorante in 4 e ad avere una certificazione per uscire di casa. È presto per dire come vada a finire per la città e il Messinese, ma di certo i numeri non confortano.
Per esempio nel periodo fra il 27 settembre e il 3 ottobre, ci sono 4 centri della provincia che hanno incidenza superiore a 250 casi per 100.000 abitanti: Floresta, Furci Siculo, Tortorici e Itala. Messina si ferma quota 52, in media con la regione. La provincia di Messina chiude la “graduatoria” dei vaccinati in Sicilia, con il 71,5% di prime dosi e il 67 di immunizzati. In città i numeri appaiono “insufficienti”. L’ultima estrazione dei dati racconta come Messina sia al 64% di immunizzati, cioè 11 punti sotto il limite chiesto dal generale Figliuolo per il mese di settembre. Il 69% ha fatto la prima dose. In provincia spiccano due comuni, Fiumedinisi e Alì che sono appena sopra il 40% di immunizzati. Ma è tutta la zona jonica a essere diventata un’enclave “no vax”. 11 comuni su 12 che non raggiungono il 60% sono di quell’area: Alì T., Castelmola, Gaggi, Giardini, Itala, Nizza di Sicilia, Pagliara, Savoca, Scaletta Zanclea, oltre a Tortorici che con Itala è quello più vicino al rosso.
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