Tre comitati e associazioni, due documenti, un solo, accorato allarme: il centro storico di Messina sta vivendo «un declino inarrestabile». Usano le stesse parole sia i firmatari di un documento congiunto, il gruppo “RispettoMessina” ed il comitato “Centro storico vivibile”, sia l’associazione “Centro storico Messina”. Un declino, sostengono i residenti, testimoniato anche da episodi finiti sulle pagine di cronaca negli ultimi tempi, dalla brutale uccisione di una senzatetto al sequestro di alcuni locali finiti sotto il controllo della criminalità, senza contare i giudizi tutt’altro che lusinghieri dei crocieristi, emersi dalla ricerca svolta dall’Autorità portuale. Tutti tasselli di un mosaico non proprio edificante. Emerge la realtà, scrivono “Centro storico vivibile” e “RispettoMessina”, «di un centro storico che, invece di essere tutelato e valorizzato, è stato abbandonato a se stesso. Nel lassismo generalizzato, intere aree e spazi, tratti stradali e viari di fruizione pubblica, sono stati occupati quasi interamente, con la trasformazione di ciò che era bene pubblico e bene comune in bene privato. Un centro storico sommerso dal traffico caotico ed incontrollato, a causa anche delle cosiddette zone a traffico limitato realizzate solo sulla carta, i cui costi vengono pagati dai cittadini come se fossero state realizzate veramente. Un centro storico che si è andato trasformando in un “non luogo”, teatro di quella movida spesso definita selvaggia dagli organi di informazione».
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