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Messina, il Pg Barbaro: «De Luca a giudizio per 5 ipotesi di diffamazione»

Vincenzo Barbaro

Riceviamo e pubblichiamo:

Egregio Direttore, con stupore apprendo del contenuto dell'articolo pubblicato in data odierna sul quotidiano “Gazzetta del Sud”, da Lei diretto, anticipato in prima pagina con il titolo “Il Gip archivia le denunce dei pm contro De Luca” e pubblicato a pagina 23 con il titolo “Archiviate le denunce dei magistrati a carico del De Luca”. Al fine di una completa e corretta informazione dei lettori La invito a pubblicare con lo stesso risalto e lo stesso spazio la mia richiesta di rettifica, che di seguito si espone. Va in primo luogo evidenziato, come risulta dallo stesso decreto di archiviazione, il cui contenuto immagino sia stato doverosamente verificato dall’autore dell’articolo, che il provvedimento riguarda solo una parte delle incolpazioni mosse al De Luca. Per il resto delle accuse formulate nello stesso procedimento il De Luca è già stato, infatti, rinviato a giudizio per ben cinque ipotesi di diffamazione aggravata e continuata, una delle quali, in concorso con l’editore Armando Siciliano, in relazione alla pubblicazione del libro “La lupara giudiziaria”.

Comprenderà che affermare, invece, che le denunce sarebbero state archiviate, non solo non risponde ad una obiettiva ricostruzione dei fatti (tenuto anche conto che la circostanza che si procedesse separatamente per altre ipotesi di reato risultava nello stesso provvedimento oggetto dell'articolo), ma appare anche obiettivamente fuorviante ed in grado di ingenerare un convincimento erroneo da parte del lettore che potrebbe essere indotto a pensare che tutte le accuse mosse nei confronti del De Luca siano state archiviate.
Ciò soprattutto tenuto conto che alla notizia dell'archiviazione si accompagna la pubblicazione della volontà della presentazione di una denuncia per calunnia da parte del De Luca e dei suoi difensori. Invero dalla semplice lettura del provvedimento del Gip emerge che la premessa dell’archiviazione nei confronti del De Luca per il reato di calunnia è la mancanza dell’elemento soggettivo. In particolare il Gip, ed appare quantomeno singolare l’omesso riferimento nell'articolo di tale passaggio motivazionale, premessa la già ritenuta infondatezza delle accuse dal De Luca nei confronti dei magistrati, ha ritenuto “l’assenza della piena consapevolezza, in capo al De Luca, della innocenza altrui fondata su una erronea interpretazione di atti a disposizione e su apodittici convincimenti passati in rassegna analiticamente dal pm nella richiesta di archiviazione”.

Per gli stessi difensori del De Luca l'archiviazione è stata disposta per mancanza della “consapevolezza della natura lecita delle accuse sia del concorso nella stesura degli atti difensivi”, non essendo sufficiente a tal fine rilevare che gli atti siano stati redatti su carta intestata dello studio di uno di loro.
Allo stesso modo archiviazione per il reato di diffamazione è discesa non per la insussistenza degli elementi obiettivi del reato, avendo il Gip rilevato la natura aspra e gravemente pregiudizievole della reputacione del destinatari delle espressioni utilizzate, ma in forza delle causa di non punibilità ai sensi dell'art 558 c.p. che prevede la scriminante per gli scritti difensivi e che, se applicata con sentenza dibattimentale, avrebbe potuto comportare in ogni case in favore della persona offesa la liquidazione di un risarcimento del danno oltre che la cancellazione delle frasi offensive.

Ciò premesso, sono certo che concorderà che la pubblicazione solo di alcuni stralci del decreto di archiviazione con l’omissione delle parti della motivazione da me ricordate e della notizia del rinvio a giudizio del De Luca per le contestazioni mosse nei suoi confronti, non garantisce la completezza dell'informazione dei lettori oltre che nuocere enormemente all’immagine dello scrivente.

Vincenzo Barbaro
Procuratore generale

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