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Messina, oggi giù la baraccopoli dell'Annunziata. Ci sarà la Carfagna

Un altro pezzo di Messina che andrà giù. Ma stavolta non ci saranno rimpianti. Stamattina partono le operazioni di demolizione della terza baraccopoli cittadina, quella dell'Annunziata, dopo quelle di Case D’Arrigo e Fondo Saccà. Almeno tre generazioni di messinesi sono cresciute in quel dedalo di viuzze larghe un paio di metri o poco più. Giusto lo spazio lasciato libero fra una casetta e l’altra.
Adesso quelle costruzioni dai mille colori ma grigie dalle fondamenta all’anima sono pronte a passare alla storia. Diverranno un ricordo soprattutto per chi lì c’è cresciuto e che ora vive in un luogo dignitoso, del quale non vergognarsi.
E stamattina ci sarà anche il ministro per il sud Mara Carfagna in città per il primo simbolico colpo di piccone alle casette dell’Annunziata. Un gruppo di una quarantina di costruzioni dai tetti in lamiera ma anche eternit con recinzioni di fortuna e un paio di stanze ciascuna, dove magari vivevano anche sei o sette persone. Ci vorranno almeno sei settimane ( e 128.000 euro) per la demolizione e l’eliminazione dell’eternit. Fra quelle casette ce n’è una che non verrà abbattuta. A proposito di simboli, in quel rione è rimasta l’unica baracca davvero risalente al 1908. È in legno e potrebbe diventare il luogo della memoria (tutelato), quando tutto sarà finito.

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