Messina

Martedì 30 Aprile 2024

Furci Siculo, morì a 52 anni per infarto: condannato medico del “118”

La postazione del 118 di Santa Teresa di Riva

È arrivata una condanna al termine del processo di primo grado sulla morte di Carmelo Giannetto, il 52enne di Furci Siculo deceduto nell’estate del 2014 dopo un malore che lo colpì in casa e i ritardi nei soccorsi. Il giudice Adriana Sciglio del Tribunale di Messina ha infatti condannato ad un anno e mezzo (pena sospesa) la dottoressa Ermelinda Cicala, 65 anni, medico in servizio quella notte al Pte-118 di Santa Teresa di Riva, per le accuse di omicidio colposo (un anno) e rifiuto d’atti d’ufficio (sei mesi); inoltre è stata stabilita una condanna in solido per Cicala e l’Asp di Messina al risarcimento da liquidarsi in separata sede alle sei parti civili, oltre al pagamento di una provvisionale di 40.000 euro nei confronti di quattro familiari della vittima e alle spese processuali fissate in 6.840 euro. Quella notte, era il 23 agosto di sette anni fa, Carmelo Giannetto, dipendente del Consorzio autostradale, accusò un malore nella sua abitazione furcese e i familiari cercarono di contattare il “118” ma invano, perché le linee non funzionavano e la chiamata non arrivò alla Centrale operativa: a quel punto un parente, fra l’1.30 e l’1.35, si recò alla postazione di Santa Teresa per sollecitare i soccorsi ma il medico di turno spiegò di non poter intervenire senza una chiamata dalla Centrale e arrivò con l’ambulanza nell’abitazione del 52enne solo all’1.53, decidendo di ricoverarlo all’ospedale di Taormina, dove giunse in gravissime condizioni e morì alle 2.45. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina

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