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Ponte sullo Stretto, Siviero: "il progetto definitivo esiste e riguarda l’intero sistema di infrastrutture"

Sul collegamento stabile tra Sicilia e Calabria lettera aperta al premier di alcuni tra i più prestigiosi docenti e ingegneri italiani

Enzo Siviero

Enzo Siviero è l’attuale rettore dell’Università e-Campus ma soprattutto è stato uno dei più prestigiosi docenti di Tecnica delle costruzioni e progetto dei ponti alla “Iuav” di Venezia. Ed è lui, che conosce vita morte e miracoli dei progetti relativi al collegamento stabile nello Stretto, ha deciso di prendere carta e penna e di scrivere al premier Mario Draghi, senza più intermediari, senza ministri che si contraddicono tra loro. Assieme a Siviero, la lettera è firmata anche da alcuni di quei professori, esperti e tecnici che qualche tempo fa promossero l’appello in favore del Ponte sullo Stretto, perché non si disperdesse il patrimonio di conoscenze, di analisi e di studi accumulati in oltre vent’anni di impegno. Insieme con Siviero, erano tutti componenti del Comitato scientifico della già concessionaria di Stato “Stretto di Messina Spa” e oggi intendono dare «un contributo di chiarezza ad alcune tematiche emerse recentemente che così come enunciate dal ministro Enrico Giovannini, non sembrano corrispondere alla realtà dei fatti».

«Mi piace sottolineare come per il collegamento tra il Ponte e la viabilità locale, è stata portata avanti e sviluppata dalla società concessionaria una progettazione complessa, grazie anche al decisivo contributo delle autorità e Università locali. Ancora corre l’obbligo di ricordare che circa la metà del costo del “progetto Ponte” è destinata alla realizzazione di viadotti e gallerie per rendere possibile i collegamenti autostradali e ferroviari con le reti di trasporto esistenti e programmate. In effetti non è stato progettato solo il Ponte, ma tutto il collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e Continente, ivi compresa la realizzazione della Metropolitana, lo spostamento della Stazione ferroviaria di Messina, la riqualificazione del waterfront a Messina e a Villa San Giovanni, nonché tutte le opere di mitigazione ambientale». E, dunque, «va da sè – scrivono gli esperti – che eventuali altre soluzioni comporterebbero ulteriori studi stravolgendo completamente il lavoro fatto e le soluzioni progettate, con conseguenti tempi e costi difficilmente prevedibili». Con la conseguenza che ancora una volta verrebbe rinviata “sine die” la realizzazione non solo di una grande opera ma di un intero sistema di infrastrutture «che consentirebbe al Mezzogiorno d’Italia di non “allontanarsi” sempre di più dal Nord e dall’Europa (già nel 2003 la Commissione Van Miert aveva inserito il Ponte nel Corridoio prioritario europeo n.1 Berlino-Palermo)».

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