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Messina: polemica sul tram, la replica dell'Atm alla Uil

Da brutto anatroccolo a principe della mobilità. La seconda vita del tram non è solo quella che lo porterà a sferragliare fino al 2040, ma anche quella che dovrà, in tempi molto più brevi, riscrivere ampi e centrali spazi della città. La “Settimana europea della Mobilità” porta in dote la prima uscita del progetto definitivo della nuova tramvia. Sarà tutto definito solo alla fine del 2025 , ma la suggestione dei “rendering” già trasporta chi li osserva al compimento dell’opera e a immaginare come potrà essere diversa Messina dopo questo investimento da 29 milioni.
Cambieranno molti angoli della città, specie al centro e non solo per questione estetiche.
Le novità principali riguardano proprio due quadranti di Messina che il tram ha purtroppo inaridito rubando spazi e potenzialità. Per salvare l’area di Provinciale e quella della cortina del porto, il progetto prevede adesso l’eliminazione di uno dei binari.
Altri cambiamenti d’impatto saranno quelle che riguarderanno piazza della Repubblica, viale San Martino e piazza Cairoli. Alla stazione sparirà il circuito che ora è attorno alla piazza.
Sul viale, spazio alla pista ciclabile e a un marciapiede più ampio con, in prospettiva, la nascita di una grande isola pedonale.
A piazza Cairoli, presto sarà svelato il progetto di restyling, nel frattempo via la mai apprezzata “griglia” che domina l’intera area.

Uil Trasporti: «Togliere un binario è un errore»

E’ ancora solo un progetto, e in mano ci sono solo dei rendering, ma è già polemica su alcuni punti del “disegno” del nuovo tram.
"Non ci interessa ironizzare sul progetto originario che vedeva nel programma elettorale del sindaco De Luca la realizzazione della monorotaia sopraelevata, poi tristemente abbandonato – dichiara Michele Barresi segretario Uiltrasporti Messina – ma se da un lato si dichiara di voler cambiare il volto di Messina, invertendo la rotta rispetto all'uso dell'auto privata e incentivando il trasporto pubblico e si annuncia addirittura la volontà di pedonalizzare da Villa Dante a Piazza Cairoli, dall'altro non si può immaginare di passare la linea tranviaria da doppio a semplice binario. Forse si è tornati indietro sul progetto del tram "volante" per non gettare al vento 25 milioni che erano da anni già stanziati nella "cura del ferro" dell'epoca del Ministro Delrio, programmati e finanziati tra il 2016 e il 2017, per restyling di vetture e nuova infrastruttura, ma perché impiegarli per "ridimensionare" il servizio tranviario e non rilanciarlo realmente? La modifica del percorso del tram –prosegue Barresi – , che in alcuni punti come Provinciale e cortina del porto verrebbe ridotto a binario unico, va in direzione opposta a quel potenziamento del trasporto pubblico che si annuncia. Di fatto si fa fare un passo indietro al trasporto pubblico – continua Barresi – riducendo capacità di trasporto della linea ad un solo binario, forse per "favorire" il commercio ma col risultato di incentivare il trasporto su mezzo privato che vede Messina tra le città più caotiche d’Italia. Passare anche per brevi tratte da doppio binario a binario unico – conclude Barresi – com’è chiaro anche ai profani della materia, vuol dire far fare al tram un passo indietro in termini di velocità di percorrenza, ma soprattutto penalizzarlo nella gestione del servizio. Oggi nelle grandi città si moltiplicano le linee di tram e metropolitane, se ne costruiscono di muove, mentre a Messina si toglie un binario dicendo di voler scommettere sul servizio pubblico. Se davvero l’intento è quello di cambiare il volto della città si dovrebbe avere il coraggio di spostare il percorso del tram da quelle zone che si vogliono restituire alla fruizione dei cittadini. Con progetti di questo tipo non si raggiunge l’obiettivo e si finisce solo per ridimensionare il servizio, lasciando comunque quelle cesoie che limitano l’affaccio a mare o strozzano la viabilità in alcuni punti della città".

La replica dell'Atm:  linea tramviaria passa a binario unico riflette una certa ignoranza

"Non ci interessa ironizzare sul pressapochismo - è la replica alle critiche della Uil - che certi rappresentanti dei lavoratori prestati alla contrapposizione politica intendono portare avanti, anche perché francamente c’è poco da sorridere se il livello del dibattito è quello che ci viene proposto.
Lasciando ad altri certe definizioni quali “bestemmia”, termine peraltro piuttosto sgradevole, dire che la linea tramviaria passa a binario unico riflette una certa ignoranza (nel senso che si ignora o si vuole ignorare) il reale contenuto delle scelte dell’Amministrazione Comunale e dell’ATM S.p.A.
Orbene i tratti a binario singolo, con evidente reale e concreto beneficio per l’economia e la vivibilità di zone importanti della città (oltre che di sicurezza), che tanto preoccupano l’attenta sigla sindacale sono di soli 745 metri: ovvero poco meno del 10%!
Verrebbe facile ironizzare, ma non ci interessa (ovviamente), sull’imbarazzante silenzio dell’accorta e presente sigla sindacale in merito al disastrato parco rotabile che l’ATM SpA ha ereditato dalle passate gestioni: dove stavano i nostri eroi, unico elemento di continuità tra le diverse stagioni del traporto pubblico messinese?
Spostare una linea tranviaria, per chi è abituato a trattare solo di tessere e diritti dei singoli, può sembrare qualcosa di elementare. Tali modifiche richiedono studi, tavoli di confronto, pianificazione ed una struttura urbana e socio-economica in grado di affrontare sconvolgimenti paragonabili a quanto si è dovuto affrontare alla fine degli anni 90 per la realizzazione dell’attuale infrastruttura. L’Amministrazione Comunale, anche qui dopo anni di inerzia, ha avviato e concluso il percorso per la prima stesura del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile: sarebbe interessante conoscere quali proposte concrete sono state consegnate dalla UIL, e per essa dal segretario Barresi, ai tavoli di confronto organizzati e coordinati dall’Assessore Mondello.
Mentre gli altri parlano l’ATM S.p.A.:
* ha sbloccato dopo anni di inerzia i finanziamenti della Cura del Ferro che per la cronaca sono 11,45 milioni di cui 6,79 solo per il revamping di tutte e 15 le vetture già in produzione;
* appaltato la progettazione per interventi puntuali di miglioramento dell’armamento di 4,45 milioni unitamente ai 25 milioni di investimento inerenti al Patto per lo Sviluppo riprogrammati dall’Amministrazione De Luca;
* progettato e richiesto l’ammissione a finanziamento per il quale si attende il decreto di 900 mila euro della Regione Siciliana da investire sull’infomobilità del servizio tranviario e sulla priorità semaforica.
Noi abbiamo fatto una scelta: ottimizzare l’attuale infrastruttura investendo in mezzi e tecnologia ed incrementare i servizi di adduzione al ferro tramite l’incremento del servizio gommato: non a caso la linea shuttle è oggi il servizio più gradito ed utilizzato dai cittadini avendo la previsione di portare a breve il servizio ogni 7 minuti!
Qualora si abbia il coraggio del confronto e non dello scontro ad ogni costo, del costruire piuttosto che demolire ad ogni costo, siamo aperti al dialogo ed a recepire quanto di buono nell’interesse collettivo possa venire dai cittadini, dalle associazioni e, persino, dalla UIL (qui si, stiamo ovviamente ironizzando)".

 

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