È accaduto di nuovo. Esasperazione violenta al pronto soccorso. Un film già visto, purtroppo. Sabato sera – ma la notizia è stata confermata solo ieri – intorno alle 22, un utente che si era recato al pronto soccorso del “Fogliani” a Milazzo per un consulto e che è rimasto per circa nove ore in attesa, in quanto riconosciuto codice verde, ha perso la pazienza, andando in escandescenze. L’uomo, residente in un comune del comprensorio tirrenico ha prima iniziato ad urlare e poi ha danneggiato la struttura del Triage e poi il personal computer utilizzato per l’accettazione. In quei momenti convulsi anche un infermiere sarebbe rimasto lievemente contuso.
Grazie all’intervento di altre persone l’uomo è stato calmato e anche visitato dal medico di turno che l’avrebbe anche rassicurato sulle sue condizioni fisiche che l’avevano indotto a ricorrere al consulto dei sanitari del pronto soccorso. Nel frattempo sul posto è giunta anche una pattuglia dei carabinieri che ha proceduto alla identificazione dell’uomo.
«Nulla di nuovo per chi è in prima linea da sempre – ha affermato il segretario della Cimo, Giuseppe Giannetto, portando la sua solidarietà e quella del sindacato a medici e personale paramedico – . Al pronto soccorso di Milazzo si è stanchi di lavorare in condizioni di scarsa sicurezza. Gli atti di violenza e di prevaricazione da parte dei pazienti o dei loro parenti, magari in alcuni casi esasperati dall’attesa, sono all’ordine del giorno. Da tempo si sollecita un intervento dell’Asp per istituire un punto di vigilanza attraverso anche una società privata. La presenza invece di personale di sicurezza all’interno degli ospedali, in particolare in prossimità dei Pronto soccorso, rappresenterebbe un valido deterrente ed un rimedio immediato nei confronti dei malintenzionati. Mi auguro che dopo questo ennesimo episodio possano registrarsi delle novità e confido anche molto nella sensibilità dell’attuale prefetto di Messina».
Il Pronto soccorso del Fogliani, con i suoi 40 mila accessi annui è il secondo per attività dopo quello del Policlinico di Messina. Supera pure le prestazioni del Papardo di Messina o dell’ospedale di Taormina. Risultano quindi frenetiche le operazioni di studio e di valutazione dei pazienti da parte dell’insufficiente numero di personale in servizio per dare risposte pronte ed efficaci in termini di salute. Ma con questi numeri le ore di attesa si allungano a dismisura e non mancano, come consuetudine, momenti di attrito tra gli utenti insoddisfatti dalle lunghe attese e il personale sanitario.
Del resto è noto che l’ospedale di Milazzo ormai rappresenti il punto di riferimento di un’area troppo vasta per supportare e sopportare con il proprio pronto soccorso e con il personale ridotto all’osso le continue prestazioni richieste. È possibile parlare di una vera emergenza rispetto alla quale i vertici dell’Asp Messina non possono continuare a fare finta di niente. Le ambulanze con pazienti con traumi vengono portati da tutta la fascia tirrenica a Milazzo (Dea di primo livello) dove c’è la Chirurgia d’urgenza, l’ortopedia, la rianimazione. Ma a subirne le conseguenze alla fine è sempre il Pronto Soccorso dove si crea un imbuto a causa dei continui arrivi. Basterebbe che dal pronto soccorso di Barcellona trasformato di nuovo in Covid Hospital, dove nello stesso trimestre si sono registrate poche centinaia di prestazioni, venisse trasferito parte del personale, considerato che ha lo stesso numero di medici e infermieri di Milazzo.
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