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Immagini, traumi e visioni dalla pandemia: a Messina il convegno sulle conseguenze del Covid

Sembrava che il covid avesse i tempi contati con la messa in produzione dei vaccini, ma ci troviamo ad oggi ancora nel vivo di una pandemia globale che non accenna a regredire come tutti ci aspettavamo, tra no vax e fanatici del complottismo. A proposito di questo complesso fenomeno Angeloazzurro onlus porta avanti dei progetti di aiuto e sostegno a tutti coloro ai quali la pandemia ha cagionato importanti danni a livello mentale. Ansie, depressioni, ossessioni sono solo alcuni dei disturbi che si sono manifestati in seguito al lockdown e alle misure restrittive a cui siamo stati tutti sottoposti.
Dopo un lungo percorso nella città di Messina che è iniziato il 3 settembre nella Chiesa di Santa Maria Alemanna con la mostra dal titolo “Circuiti Sincronici”, il 12 settembre nel Palazzo della Cultura, con il patrocinio del Comune di Messina, Angelo Azzurro Onlus ha presentato il convegno dal titolo “Immagini dalla pandemia. Archetipi, traumi, visioni” al quale hanno partecipato medici, artisti ed esperti di fama nazionale e internazionale.
L’Arte rappresenta, molto spesso, una via vantaggiosa per combattere i disturbi mentali e lo stigma nei confronti di essi. Molti dei progetti riabilitativi, che la Onlus romana porta avanti ormai da oltre un decennio, sono legati alla creatività intesa come caratteristica prettamente umana, fondamentale per lo sviluppo di una sana interiorità. Convegni, campagne di informazione, mostre d’Arte a sostegno dei vari progetti - tra cui il progetto A-HEAD dedicato all’Arte - hanno dato e continuano a dare risultati molto soddisfacenti. “Solo attraverso la conoscenza e la cultura si può combattere la stigmatizzazione in ogni forma”, sottolinea la presidente di Angelo Azzurro Onlus, Stefania Calapai.
Il convegno moderato dal dottor Francesco Cro, psichiatra presso il DSM di Viterbo si è aperto con l’intervento del psicologo Fabrizio Starace, presidente della Società italiana di Epidemiologia Psichiatrica (SIEP) che ha affrontato il tema della pandemia come “stress test” per gli operatori sanitari con un focus importante  sui disturbi psicologici, le condizioni di malessere che si sviluppano in ragazzi al di sotto dei 15 anni e sulla grande carenza del nostro servizio sanitario incapace di fronteggiare emergenze simili.
Il convegno ha avuto  toni altamente professionali ma anche intimi e biografici con Robert Mercurio, analista junghiano, presidente dell’Associazione per la Ricerca in Psicologia Analitica (ARPA), che ha analizzato il rapporto tra uomo e natura sulla base di archetipi, sogni e miti, domandosi alla fine: “Perché non accettare la propria fragilità? La nostra realtà psicologica è facilmente dissociabile quella forza di cui l’Occidente va tanto fiero si spezza di fronte situazioni simili.”
Nicola Basile, professore di Lingua e Letteratura italiana e di Lingua e Cultura Latina, e presidente della Delegazione dell’AICC (Associazione Italiana di Cultura Classica) ha approfondito il tema del lessico delle epidemie nel mondo antico e moderno analizzando quelle che sono le “parole virali” e le insidie che si celano in quelle che tecnicamente i linguisti chiamano “metasemie”.
Si è quindi approfondito il sottile rapporto tra Arte e Psiche, con il fotografo e video artista David Sebastian che ha mostrato il suo lavoro “Rome Locked City” una sequenza di video e foto che mostrano intensamente l’angoscia di una Roma totalmente deserta.
Filomena Rosiello, psicoanalista ARPA e IAAP, arte terapeuta e terapeuta con il gioco della sabbia AISPT ha rivelato la potenza dei simboli tra arte e psicoanalisi. A partire dal progetto “Tessere la cura” proposto a un gruppo di donne vittime di violenza, ha raccontato il percorso di un gruppo di donne ospiti di un centro antiviolenza che ha lavorato settimanalmente in un percorso artistico che è proseguito anche durante il confinamento e la visione suggestiva dei lavori artistici del gruppo prima, durante e a fine lockdown.
Alessandro Bellotta - psichiatra, psicoanalista e didatta ARPA – nel suo intervento ha sottolineato che “l’arte può essere il territorio  comune in cui il delirio è anche rivelazione e il dialogo con l’altro torna ad essere possibile”, esponendo un fatto personale: “Ho litigato ferocemente con un mio amico che è fortemente no vax e cospirazionista, non ci siamo parlati per mesi, ma siamo andati insieme agli Uffizi ed abbiamo iniziato a parlarci di nuovo di fronte alla Madonna di Filippo Lippi”.
Hanno concluso il convegno Francesco Cro con una disamina ottima sulle pandemia nella storia e su come ne siamo usciti nei secoli e la presidente di Angelo Azzurro Onlus  Stefania Calapai con l’augurio che la cultura ci aiuti a uscire indenni o con meno danni possibili da una situazione tragica come quella che stiamo vivendo.

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