Messina

Domenica 28 Aprile 2024

Messina, il presunto omicida della clochard davanti al gip

Comparirà stamane davanti al gip Eugenio Fiorentino il 70enne Pietro Miduri, ritenuto l’autore dell’omicidio di Concetta Gioè, la 68enne originaria di Palermo, senza fissa dimora, il cui cadavere era stato rinvenuto nella mattinata di venerdì nei pressi di una porta d’ingresso della chiesa di Santa Caterina, nella centralissima via Garibaldi. Nel corso della stessa notte, i carabinieri della Compagnia Messina Centro lo avevano arrestato. Gravemente indiziato dell’assassinio, l’uomo era stato raggiunto intorno alla mezzanotte dal provvedimento di fermo emesso dalla Procura. Si trovava alla Casa di Vincenzo, la struttura che accoglie i senzatetto. Una svolta arrivata a conclusione di un’intensa giornata di indagini condotte dai militari, coordinati dal maggiore Marcello Savastano. Gli investigatori hanno raccolto elementi che hanno permesso di ricostruire un grave quadro indiziario a suo carico. A cominciare dai frame di un filmato estrapolato da una delle telecamere della zona, dove si vede distintamente l’uomo che prima tentenna, poi per una manciata di secondi si avvicina all’entrata laterale della chiesa, dove era riparata la Gioè, e infine si allontana di gran fretta. Eppure, messo alle strette, davanti al procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e al sostituto Piero Vinci, dopo due ore e passa d’interrogatorio, l’uomo ha continuato a negare di aver ucciso a coltellate la povera donna. Secondo quanto accertato finora tra l’anziano e la vittima vi sarebbe stata una violenta lite al culmine della quale lui le avrebbe sferrato diverse coltellate: una di esse le avrebbe reciso la giugulare portandola alla morte. Si attende adesso l’esito della autopsia. Miduri è un altro senzatetto, ora è in carcere a Trapani, oggi l’interrogatorio sarà virtuale con lui in colelgamento in videoconferenza. È originario di Augusta ma per diverso tempo è stato residente a Furci Siculo. Lo assiste l’avvocato Ketty Terranova. Miduri ha precedenti per lesioni gravi perché nel 1974 sparò, ferendolo, al suocero nella sua abitazione di Augusta. La Gioè, la vittima, aveva problemi di disagio psichico che l’avevano portata da qualche anno a vivere in strada. Venerdì mattina è stata trovata sgozzata sui gradini della chiesa di Santa Caterina. Dodici i colpi inferti nell’addome, al capo e soprattutto alla gola da chi poi l’ha lasciata sanguinante mentre venerdì albeggiava. La sua vicenda umana l’aveva ricostruita nell’immediatezza il parroco di Santa Caterina, monsignor Jò Tavilla: «Era a Messina da due anni, ma un mese fa i Servizi sociali d’accordo con l’Asp le avevano fatto un Tso perché non stava molto bene dal punto di vista mentale, tanto che girava anche d’inverno con un semplice coprisole. Era ritornata da poco dal ricovero in ospedale e ora stava molto meglio. Non so cosa sia accaduto, siamo dispiaciuti e profondamente turbati, abbiamo fatto quanto possibile per darle una mano».

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