Messina, l'omicidio della clochard ancora senza movente? Il precedente del presunto assassino
È un altro senzatetto l’uomo finito in carcere fortemente indiziato dell’omicidio di Concetta Gioè. È Pietro Miduri, originario di Augusta ma per diverso tempo residente a Furci Siculo, l’uomo che è stato messo alle strette per tutto il tardo pomeriggio di venerdì, quando gli uomini della compagnia Messina Centro dei carabinieri, guidati dal maggiore Marcello Savastano, lo hanno prima individuato e poi rintracciato nei pressi della Casa di Vincenzo, uno dei punti d’accoglienza notturna della città per i senzatetto.
Il precedente
Settanta anni, ha precedenti per lesioni gravi perchè nel 1974 sparò, ferendolo, al suocero nella sua abitazione di Augusta. 47 anni dopo è fortemente indiziato dell’omicidio di Concetta Gioè, 68enne clochard di origine palermitana che aveva scelto Messina per proseguire una vita diversa da quella trascorsa fra le mura della sua casa e vicino al marito e ai suoi tre figli. La donna, che aveva problemi di disagio psichico che l’avevano portata da qualche anno a vivere in strada, è stata trovata sgozzata sui gradini della chiesa di Santa Caterina, nella centralissima via Garibaldi. Dodici i colpi inferti nell’addome, al capo e soprattutto alla gola da chi poi l’ha lasciata sanguinante mentre venerdì albeggiava.
La ricostruzione
Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica ( p.m. Piero Vinci) si sono subito concentrati sull’ambiente dei clochard. Le immagini delle telecamere di video sorveglianza installate nella zona hanno indirizzato l’attenzione verso un uomo che, come si vede nelle sequenza che è stata resa pubblica, si aggira nella zona del sagrato indossando uno zaino. Poi si avvicina all’ingresso laterale della chiesa, parzialmente celato, e quando riappare, dopo una quindicina di secondi, fugge via direzione mare mettendo qualcosa nello zaino. I carabinieri però non hanno solo quelle immagini. Hanno “catturato” anche quelle dell’intera zona per poter avere un dettaglio migliore del volto dell’uomo. Ed è da questi frame, confrontati con chi conosce conosce l’ambiente, che è arrivata l’individuazione di Pietro Miduri. L’uomo è stato fermato intorno alle 18, interrogato sino alle 20, e poi, dopo la firma del decreto di fermo, è stato trasferito nel cuore della notte nel carcere di Trapani. Miduri, che è difeso dall’avvocato Ketty Terranova, però non ha confessato e ha respinto le accuse durante l’interrogatorio del procuratore aggiunto Vito Di Giorgio. In particolare non ha ammesso alcuna responsabilità e non si è riconosciuto nelle immagini che gli sono state mostrate. A questo proposito, molto importanti nel prosieguo delle indagini saranno gli esiti delle analisi dei vestiti che sono stati sequestrati a Miduri. Sono quelli trovati anche a “Casa di Vincenzo”, dove l’uomo passava la notte da circa otto, nove mesi. Dopo i rilievi del nucleo investigativo scientifico, adesso l’interesse degli inquirenti sarà quello di verificare se sugli indumenti vi siano tracce ematiche. Se venissero rinvenute e fossero riconducibili a Concetta Gioè, la posizione di Miduri sarebbe ancora più “scomoda”. Il senzatetto settantanne ha anche detto di conoscere solo di vista Concetta Gioè, ma ci sarebbero testimonianze secondo le quali i due si frequentassero da qualche tempo. Domani è prevista l’udienza di convalida del fermo davanti al giudice per le indagini preliminari Eugenio Fiorentino. Miduri sarà collegato on line dal carcere di Trapani. La misura della carcerazione potrebbe essere confermata o alleggerita in base alla valutazione degli indizi raccolti, ancora, in queste ore. Sempre domani, sarà conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo della 68enne. Solo dopo la salma potrà essere restituita alla famiglia che la riporterà a Palermo dove sarà seppellita.
Nessun movente?
Tornando alle indagini va aggiunto che non è emerso alcun possibile movente. Perchè qualcuno avrebbe dovuto uccidere una donna come Concetta, una clochard per scelta, che non beveva e che amava vivere il più possibile isolata, rifiutando spesso, molto spesso, anche l’aiuto di chi voleva tirarla fuori da quel vortice in cui era finita? Nessuna arma del delitto è stata ancora trovata. Tutto lascia pensare che possa essere stato usato un coltello per colpire almeno una dozzina di volte quella donna dal corpo esile, trovata rannicchiata attorno a se stessa sulla soglia della chiesa. Pietro Miduri, come detto, da diversi mesi frequentava il centro notturno Casa di Vincenzo. Gli operatori non hanno mai segnalato episodi di intemperanze o peggio di violenza. Nel suo passato quel precedente del’74 che è stato presentato come motivo di una recidività nell’ambito del decreto di fermo che ha portato Miduri nel carcere di Trapani. Poi ha sposato una donna di Furci Siculo con la quale ha vissuto nella zona della case popolari. Poi si separò, e si trasferì per qualche tempo in Romania. Poi tornò a Furci e quindi di nuovo a Messina dove spesso ha frequentato anche la mensa diurna di Cristo Re.