Messina

Domenica 24 Novembre 2024

Carabinieri Messina, il colonnello Lorenzo Sabatino lascia l'incarico di comandante provinciale

Il colonnello Lorenzo Sabatino

A conclusione di un triennio alla guida del Comando Provinciale Carabinieri di Messina, il Colonnello Lorenzo Sabatino nelle prossime ore lascerà l’incarico di Comandante Provinciale per trasferirsi a Roma quale Capo di SM della Divisione Unità Specializzate Carabinieri.

Nell’accomiatarsi dai propri Carabinieri, il Colonnello Sabatino ha ringraziato gli Ufficiali, i Marescialli, i Brigadieri e gli Appuntati e Carabinieri dell’Arma messinese per lo straordinario impegno profuso nell’espletamento quotidiano del servizio d’Istituto e per gli ottimi risultati conseguiti nel contrasto alla criminalità comune e organizzata, in piena sinergia con l’Autorità Giudiziaria del Distretto.

La vicinanza, la prossimità e la disponibilità al cittadino profuse quotidianamente e con silente abnegazione dai Carabinieri delle 94 Stazioni capillarmente presenti su tutto il territorio messinese, sono gli elementi distintivi che rendono il Comando Provinciale di Messina un punto di riferimento essenziale nel sistema della sicurezza della provincia e che hanno caratterizzato sempre l’operato dei militari, anche nel corso dell’attuale emergenza pandemica. Di particolare rilievo, inoltre, i risultati conseguiti nella prevenzione e nel contrasto alle molteplici minacce criminali dagli assetti operativi del Comando Provinciale, dipendenti dal Reparto Operativo di Messina e dalle 9 Compagnie. Si riepilogano qui di seguito le principali operazioni nel contrasto alla criminalità comune e organizzata eseguite dell’Arma di Messina negli ultimi 3 anni:

L’operazione, sintesi di autonome indagini dei Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Messina nonché di indagini della Guardia di Finanza di Messina, ha colpito il sodalizio mafioso di Tortorici (ME), operante nell’area dei Nebrodi della Provincia di Messina, documentandone le numerose attività illecite e la consolidata suddivisione nelle due fazioni, tra loro antagoniste, dei cd. “batanesi” e dei “Bontempo Scavo”.

Le indagini hanno evidenziato come, da tempo, l’associazione mafiosa batanese fosse impegnata principalmente nella gestione delle truffe in danno dell’A.G.E.A., attuate mediante l’intestazione fittizia a prestanome di aziende agricole, al fine di eludere la normativa antimafia e l’accaparramento, con varie modalità illecite, della titolarità, spesso fittizia, dei terreni necessari per giustificare l’operatività di tali imprese e ottenere indebitamente i contributi pubblici all’agricoltura. In tale settore è emerso come l’organizzazione batanese operava nell’intera area dei Nebrodi, spingendosi fino alla provincia di Enna. Per ottenere i fondi pubblici, il sodalizio mafioso si avvaleva di operatori compiacenti presso alcuni Centri di Assistenza Agricola (C.A.A.) che omettevano di svolgere i controlli di competenza sulla documentazione presentata a supporto delle istanze di contributo.

A seguito dell’operazione, su proposta del Prefetto di Messina, il Ministero dell’Interno ha nominato una Commissione di accesso Prefettizia al Comune di Tortorici ed il 18.12.2020, il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministero dell’Interno ha deliberato lo scioglimento del Comune di Tortorici, affidandone la gestione ad una Commissione Prefettizia straordinaria;

Gli arresti sono scaturiti dagli esiti di complesse ed autonome indagini sviluppate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Messina, del ROS e dalla Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto nei confronti della famiglia mafiosa barcellonese, che hanno consentito di documentarne ulteriormente l’operatività nel settore delle estorsioni in danno di attività commerciali e imprenditoriali e di individuare una struttura criminale riconducibile al clan, dedita, con metodo mafioso, al traffico e alla distribuzione di ingenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana, nell’area tirrenica della Provincia di Messina, anche attraverso ulteriori gruppi criminali satelliti, attivi nello spaccio ai minori livelli.

Le indagini hanno consentito di evidenziare, in particolare, l’ulteriore tentativo di riorganizzazione del sodalizio barcellonese documentando come, per fare fronte alla minore redditività delle estorsioni in danno delle attività commerciali/imprenditoriali del territorio, a partire dal 2013, esponenti della famiglia mafiosa barcellonese abbiano determinato una svolta strategica del clan verso il traffico di droga. In tale ambito le nuove leve del clan, tra cui alcuni figli e nipoti dei principali capi mafia storici del sodalizio, attualmente detenuti, sono quindi risultati promotori e organici ad una struttura criminale armata, operante nella gestione di una florida attività di narcotraffico, attuata sfruttando la forza intimidatrice e le referenze del clan mafioso per regolare le controversie sul territorio, connesse con la gestione del traffico di droga e per approvvigionarsi di narcotico presso qualificati gruppi criminali catanesi e calabresi, riconducibili alle locali consorterie mafiose.

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