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Messina, rischi di fare la fine di Trapani!

L'istituzione del nuovo comune di Montemare sta seguendo lo stesso iter che nel febbraio del 2021 ha portato alla nascita di Misiliscemi, creato da otto frazioni scissioniste

La mappa del nuovo Comune di Misiliscemi

I messinesi rischiano di fare la fine dei trapanesi che, a furia di sottovalutare la consultazione referendaria, all’improvviso, si sono accorti che una porzione rilevante del territorio cittadino, con quasi 9mila abitanti e, per di più, con strutture di fondamentale rilevanza come l’aeroporto, non faceva più parte del proprio Comune. Scherzavano, ridevano, deridevano i promotori del nuovo paese, ignoravano perfino il motivo del contendere, e il giorno del referendum, andarono quasi tutti al mare.

Tranne i cittadini interessati delle otto frazioni “scissioniste”: Fontanasalsa, Guarrato, Rilievo, Locogrande, Marausa, Palma, Salinagrande e Pietretagliate. Il 27 maggio del 2018, mentre il 52 per cento di quelle frazioni andava a votare sì, la stragrande maggioranza della città si disinteressava totalmente del problema. Ma questo genere di referendum è particolare, non bisogna raggiungere il quorum come nelle consultazioni nazionali: e, dunque, vinsero i sì. Nacque allora il nuovo Comune.

Si chiama Misiliscemi e oggi ha un commissario straordinario, in attesa che si vada a votare per il sindaco e il consiglio comunale. A febbraio 2021, con decreto del presidente della Regione, la scissione è divenuta realtà. Trapani ha perso la propria integrità, una buona fetta di popolazione, entrate fiscali e, come detto, l’aeroporto, oltre all’ospedale e alla casa circondariale. La storia si ripeterà in riva allo Stretto? Al momento, l’iter sembra molto simile. Il Comune di Montemare, invenzione geografica del Comitato che unisce i villaggi di Castanea, Salice, Gesso, Spartà, San Saba, Ortoliuzzo, Acqualadrone, Rodia, Piano Torre e Massa San Giorgio, Massa San Nicola (dove al momento non risulta esserci neppure un residente), Massa Santa Lucia e Massa San Giovani, sarà oggetto di una consultazione referendaria che non si potrà più evitare.

Nel nome della democrazia, infatti, la Regione siciliana ha, di fatto, dato il via libera già da anni ma proprio in questi giorni ha inviato una nota di sollecito nei confronti del sindaco di Messina perché provveda a dar seguito alle disposizioni che intimano l’indizione del referendum. E se non lo farà il sindaco, il Comitato ha chiesto alla Regione di nominare un commissario con poteri sostitutivi, per far svolgere la consultazione già nel prossimo mese, comunque entro la fine dell’anno.

Il sindaco Cateno De Luca si è detto fin dall’inizio assolutamente contrario a questa iniziativa, pur riconoscendo i problemi che affliggono alcuni di questi territori decentrati. Ma ha anche elencato tutta una serie di opere, di progetti e di investimenti che l’Amministrazione comunale ha messo in campo per Castanea, Salice, Gesso e per tutti i borghi della riviera tirrenica, da Acqualadroni fino a Ortoliuzzo. Le forze politiche, invece, sono rimaste quasi completamente mute, un silenzio disinteressato e, comunque, eloquente.

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