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Messina, in cinque anni fu costruita... Brasilia

Dal 2016 a oggi alle prese con il Piano di caratterizzazione delle aree della Zona falcata, in attesa che si passi alla fase delle vere bonifiche

«L’Università di Messina ha attuato, e sta continuando a farlo, tutto quello che era stato previsto dalla convenzione stipulata con l’Autorità portuale nel 2016». La professoressa Candida Milone, direttrice del Dipartimento di Ingegneria, è la coordinatrice del gruppo di docenti dell’Ateneo, del quale fanno parte anche il geologo prof. Giovanni Randazzo e la professoressa Concetta De Stefano, che sono impegnati da anni nello studio delle sostanze inquinanti che ammorbano suolo, sottosuolo e acque della Zona falcata.
Nessun disimpegno, dunque, anzi proprio oggi è previsto un incontro con il presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto Mario Paolo Mega. Ma allora con la società Sogesid c’è o no una sovrapposizione di incarichi, visto che entrambi gli affidamenti dati, in fasi diverse, dalla stessa Authority riguardano sempre il Piano di caratterizzazione delle stesse aree che circondano la Real Cittadella?
La prof. Milone – «responsabile scientifica nell’ambito della Convenzione tra Autorità portuale di Messina e Università degli studi per la redazione del Piano di caratterizzazione finalizzato alla bonifica delle zone A, B e D della Zona falcata», si legge nel suo curriculum ed è la stessa denominazione dell’incarico affidato nell’aprile 2021 da Mega alla Sogesid –, su questo punto, preferisce non rispondere. «L’Autorità portuale – dichiara – ha ritenuto di dover affidare gli ulteriori adempimenti legati al Piano di caratterizzazione alla società di Stato, noi stiamo portando avanti il nostro compito e lo completeremo quando si passerà alla successiva fase, quella delle bonifiche vere e proprie».

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