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Messina, quanto ci vorrà per scoprire i veleni della Falce?

Nell'aprile del 2021, il Piano di caratterizzazione è stato affidato alla Sogesid, società che è particolarmente apprezzata dal M5S.

Cosa sta accadendo, cosa sta maturando, cosa dobbiamo aspettarci? Domande legittime, perché riguardano la zona più preziosa della nostra città: la Falce. Al di là di dichiarazioni e di impegni, in questo momento (prima decade di settembre, anno 2021, secondo dell'era Covid), tutto è apparentemente fermo.

Dove eravamo rimasti? Al 17 aprile scorso (quasi cinque mesi fa), allorché, nella sede dell'Autorità di sistema portuale, si firmò la famosa convenzione con Sogesid Spa, la società “in house” dei ministeri della Transizione ecologica e delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, una grande holding di Stato con oltre 500 dipendenti e tanti affari in corso, soprattutto da Roma in giù. La convenzione era incentrata sulla caratterizzazione ambientale delle aree A, B e D della Zona falcata, i terreni (suolo e sottosuolo) che circondano la Real Cittadella. In quell'occasione, presente tutto lo stato maggiore del movimento 5Stelle messinese, il presidente Mario Mega e l'amministratore unico di Sogesid Carmelo Gallo, annunciarono con enfasi l'inizio di un nuovo corso che dovrebbe portare, entro la fine del 2021, alla stesura di un Piano di caratterizzazioni per disinquinare quelle aree, in modo così da procedere, poi, alla stima dei costi e all'attuazione delle bonifiche.

C'è uno studio in corso, dunque. I tecnici di Sogesid sono partiti - almeno questo era stato detto durante la conferenza stampa del 17 aprile - dai precedenti sondaggi realizzati dal pool di esperti coordinato dall'Università di Messina. E questo aspetto, in realtà, non è mai stato chiarito a sufficienza.

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