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Messina: gli stadi sono ancora un caso, politico oltre che gestionale

Il consigliere comunale Alessandro Russo accende i riflettori sul flop dell'esordio in campionato Messina-Palermo, sulla gestione dell'impianto di via Oreto e più in generale sulla gestione del calcio cittadino

Situazione campi sportivi a Messina sempre più complessa. Da una parte lo stadio “Scoglio” in attesa degli interventi necessari a consentire la disputa di gare di Lega Pro, dall'altra un “Celeste” ancora in mano al Football Club seppur la concessione d'uso sia scaduta ormai da tempo. Su entrambi i temi interviene il consigliere Alessandro Russo, in questi anni molto attento alle vicende gestionali riguardanti gli impianti comunali.

FLOP ESORDIO COL PALERMO - In primo luogo, si chiede di conoscere quale sia l’effettiva tempistica che la ditta affidataria dei lavori di adeguamento infrastrutturale dello stadio “Franco Scoglio” rispetterà: è stato riferito che la data ultima sarebbe quella del 16 settembre a causa di una asserita difficoltà di approvvigionamento di materiale indispensabile ai lavori da parte della ditta affidataria. Ma prima ancora era stata detto che i lavori sarebbero stati consegnati dall'Ente prima il 10 agosto e poi il 20, con tanto di promessa di sistemazione della tribuna stampa. "Come per è stato comunicato dalla società Acr Messina in queste ore, dietro attività di consulenza che ha visto la stessa società parte attiva su sollecitazione dell’Amministrazione comunale, tuttavia, si è appreso che esisterebbe una azienda fornitrice del materiale necessario a ultimare i lavori di adeguamento dello stadio “Franco Scoglio” in tempi utili addirittura per la riapertura dello stadio per la partita casalinga della squadra del 4 settembre. Alla luce di queste informazioni, è interesse conoscere quale siano i tempi effettivi di esecuzione dei lavori, se sia pertanto vero che il notevole allungamento dei tempi di esecuzione lavori comunicati sia fondato da effettiva difficoltà di approvvigionamento e soprattutto se sia eventuale intenzione dell’Amministrazione una attività di accelerazione dei tempi di esecuzione alla luce della da poco appresa possibilità di trovare nuove forniture adeguate a ultimare i lavori in tempi decisamente più ristretti a quanto previsto”.

L'ETERNO CASO "CELESTE": ULTIMA PUNTATA - In secondo luogo, si chiede di sapere “se l’impianto sportivo “Giovanni Celeste” sia attualmente utilizzato e con quale titolo da società sportive e calcistiche. Lo stadio in questione, soprattutto laddove dovesse essere attualmente utilizzato da concessionari con titoli scaduti da tempo e con pendenze finanziarie o contrattuali ancora tutte da chiarire a tutela dell’Amministrazione, dovrebbe tornare nella immediata disponibilità dell’Ente che, piuttosto che privarlo dall’uso collettivo, dovrebbe in tempi veramente celeri metterlo a disposizione di tutte le altre squadre calcistiche di serie minori presenti in città, che con grandi sacrifici anche economici stanno sobbarcandosi in spese per trasferte e spostamenti dalla città anche solo per poter svolgere regolari sessioni di allenamento. Apprendere, come consta allo scrivente, che il “Giovanni Celeste” sarebbe utilizzato senza titolo mentre altre realtà messinesi ne sarebbero escluse appare fatto grave, anche dal punto di vista amministrativo e della regolarità contabile". Se l’utilizzo come sopra descritto del “Giovanni Celeste” dovesse essere confermato, si chiede "di conoscere in base a quale titolo di utilizzo ciò stia accadendo ovvero in base a quale tariffa dovuta al Comune, specificando se sia stata versata o meno, e soprattutto se insistono dei motivi di esclusione dall’utilizzo della struttura in ragione di eventuali contenziosi giudiziari in corso tra l’Ente e l’utilizzatore dello stadio".

PIU' SOSTEGNO ALLA PRIMA SQUADRA CITTADINA - Infine, afferma Alessandro Russo, “appare evidente sottolineare come a partire da questo campionato calcistico di Lega Pro la città di Messina ha una squadra iscritta in esso e come - quindi - la stessa necessiti da parte dell’Amministrazione un supplemento di sforzo gestionale per trovare la soluzione migliore, dal punto di vista operativo e infrastrutturale: a tal proposito, canoni di pagamento degli impianti sportivi più sostenibili e che tengano conto del prolungato utilizzo delle attrezzature anche per allenamenti e sessioni tecniche si rendono, a parere dello scrivente, necessari almeno in questa fase di avvio del campionato. In una prospettiva di più lungo periodo, fintantoché non si sarà risolta in maniera definitiva la vicenda amministrativa e giudiziaria della gestione dello stadio “Franco Scoglio”, sarebbe altrettanto ragionevole ipotizzare che la struttura attualmente sotto utilizzata dello stadio “Giovanni Celeste” possa essere assegnata - previo accordo di concessione pluriennale - alla maggiore squadra cittadina, la quale dovrebbe ovviamente essere onerata dalla realizzazione di lavori di mantenimento e miglioramento oltre che da finestre di utilizzo dell’impianto anche da parte di altre squadre di minore serie presenti in città: solo così facendo, infatti, quell’importante e storico impianto tornerebbe a vivere e potrebbe costituire uno spazio finalmente riutilizzabile non solo dalla prima squadra ma anche da tutto il movimento calcistico minore di cui la città è così ricca, che sta vivendo per miopia amministrativa conclamata una carenza di strutture che rischia di stritolare economicamente le piccole società”.

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