Una certezza di ogni estate messinese. Alla luce dei fatti, anche più della processione della Vara. Puntuale, appena un giorno dopo il Ferragosto, arriva il “controesodo”. Un’invasione di auto dirette verso la Calabria che non possono fare a meno di attraversare una parte della città, attendere il proprio turno e poi imbarcarsi. Una “liturgia” estiva che quest’anno però ha avuto la sua eccezione. Infatti, in un continuum, fra chi va e chi viene, il controesodo sulla sponda siciliana si è ben amalgamato con l’esodo in terra calabra. E così ieri mattina, le file erano doppie. Una agli imbarchi privati di Villa e una a quelli di Messina, in un via vai turistico inedito. Colpa di una pandemia che ha fatto riscoprire le terre italiche a chi era abituato a prendere il passaporto per le proprie vacanze ma anche colpa anche della diffidenza di molti ad utilizzare aerei e treni, preferendo la più sicura e familiare “auto”. Fatto sta che ieri, nei momenti di punta, quindi fra le 11,30 e 14,30, a Messina la coda di auto ha raggiunto e in alcuni momenti superato l’incrocio fra la via Garibaldi e il viale Boccetta, sfiorando le due ore di attesa per l’imbarco. Per buona parte della tarda mattinata la fila si è spinta fino alla Prefettura, superando i 90 minuti di incolonnamento. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina