Dalla Tari al body shaming, dal bilancio agli insulti, vecchi e nuovi. Resta rovente il clima politico di Palazzo Zanca. Oggi torna a riunirsi il Consiglio per la seconda seduta consecutiva per l’approvazione della salvaguardia degli equilibri e assestamento di bilancio che avrebbe dovuto essere varata entro il 31 luglio. Un atto determinante per l’asset giuridico-finanziario dell’ente (che, tecnicamente, dovrebbe essere in gestione provvisoria e quindi dovrebbe poter operare solo con spese strettamente necessarie) e sul quale si allungano ancora le ombre del caos Tari. I revisori dei conti hanno chiesto di prendere in considerazione e segnalare le passività potenziali che si genererebbero con un Piano del ciclo dei rifiuti nato con una copertura di 54 milioni e oggi rimasto a quota 48. La seduta di ieri, su questo argomento, ha fatto registrare uno duro confronto fra il segretario generale Rossana Carrubba e il ragioniere generale Antonino Cama. «Spero che l’epilogo su argomento Tari – dice Nino Bartolotta, segretario provinciale del Pd – sia l’ ultima di una pagina poco gratificante per la città e per il rispetto dei ruoli che dovrebbe contraddistinguere i rapporti tra gli organi amministrativi di un Comune. Spero lo si capisca presto anche a Messina – non ci può essere spazio per “l’uomo solo al comando». I consiglieri del M5s scrivono che «comprendiamo (ma non giustifichiamo) l’esigenza del sindaco di recuperare il consenso perduto alzando sempre più l’asticella dello scontro, ma non possiamo in alcun modo accettare che il confronto dialettico sfoci nelle offese personali e nel body shaming. «In questi tre anni abbiamo assistito a un continuo e degradante “spettacolo”, incentrato sulla demonizzazione costante del nemico di turno. Insulti, insinuazioni, intimidazioni, atteggiamenti discriminatori: un repertorio che non offende solo gli avversari politici di turno da dare in pasto ai propri seguaci, ma la città intera». “Il Presidente Cardile – risponde il sindaco – mi ha fatto sapere che intende denunciarmi in quanto mi sarei reso responsabile di “body shaming”. Le sue accuse risultano assolutamente puerili e costituiscono il mero tentativo di distogliere l’attenzione dalle gravi violazioni al regolamento del consiglio comunale di cui si è reso, ancora una volta, colpevole. Trovo francamente risibile, per non dire di peggio, che il Presidente del Consiglio comunale accusi me di avere compiuto un atto di bullismo quando lui stesso, nella seduta del 3 febbraio 2021 ha consentito che alcuni consiglieri comunali insultassero l’Assessore Tringali per oltre 15 minuti, con grida, insulti senza sentire il dovere di intervenire anzi, peggio, assistendo con una malcelata soddisfazione a quello che, a mio avviso, ha rappresentato il punto più basso in cui il Consiglio comunale sia mai scaduto. Dalla storia Cardile sembra non avere appreso alcuna lezione visto come si è comportato nella seduta di consiglio del 3 agosto, in cui ha fatto sfoggio di muscoli contro l’Assessore Musolino, alla quale prima ha negato per ben due volte la parola e poi, su sollecitazione della sua compagna di partito (consigliere Antonella Russo), ha deciso di ‘concederla’ per poi censurarla dopo 30 secondi e infine ‘buttarla’ fuori dall’aula disponendo che la Polizia municipale l’accompagnasse fuori».