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Stretto di Messina: Ponte sì... a un nuovo studio di fattibilità

Il ministro dei Trasporti in Parlamento. Giovannini: «Approccio serio, vogliamo arrivare a una soluzione condivisa»

Ha parlato a nome dell’intero Governo e lo ha voluto sottolineare, perché non lo si accusasse di esprimere opinioni a titolo personale. Ha spiegato il metodo scelto e ha dato un cronoprogramma: progetto di fattibilità entro la primavera del 2022, ricerca delle risorse sul bilancio del 2023, tenendo conto dell’orizzonte temporale del 2030, entro il quale l’Europa chiede vengano completati i “Corridoi” inseriti nella Rete dei trasporti transeuropea. Il ministro Enrico Giovannini si è presentato davanti ai parlamentari delle Commissioni congiunte di Camera e Senato, con la sua relazione sulla questione del collegamento stabile nello Stretto di Messina.

«Per dar seguito all’impegno del Governo – spiega durante l’audizione –, si dovrà procedere con la redazione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica per le due opzioni evidenziate nello studio elaborato dal Gruppo di esperti, dal quale è emersa la sussistenza di profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile».
Le varie ipotesi di tunnel sono state escluse, restano sul tavolo le due opzioni per il Ponte a campata unica e il Ponte a tre campate che, secondo i tecnici della Commissione voluta dall’ex premier Conte e dall’ex ministra dei Trasporti Paola De Micheli, resta la soluzione preferibile per vari motivi, tra cui minori costi e minore impatto ambientale. Il Governo è intenzionato ad affidare alla Italferr, una delle società della galassia delle Ferrovie, la più grande e potente holding di Stato esistente in Italia, la redazione dello studio di fattibilità (ci sono 50 milioni di euro già stanziati), la cui prima fase, secondo il ministro, «potrebbe concludersi entro la primavera del 2022».

Dopo questa fase, ci sarà quella del «dibattito pubblico per pervenire ad una scelta condivisa». E a questo proposito, «per realizzare eventualmente un collegamento stabile che attraversi lo Stretto di Messina sarebbe più efficiente usare solo il finanziamento pubblico», chiosa il ministro, specificando che «l’ipotesi di ricorrere a un progetto di finanza va valutata da un organo specifico» e che, comunque, «il progetto precedente andrebbe adeguato perché in 10 anni la situazione, anche quella relativa ai costi, è certamente cambiata».

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