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Messina, bocciatura Piano Tari: i sindacati chiedono una riorganizzazione per il decoro della città

Dopo la decisione del Consiglio comunale, la posizione del segretario generale della Fit Cisl di Messina, Letterio D’Amico, e della Cisl Messina, Antonino Alibrandi

«La bocciatura del Piano Tari da parte del Consiglio comunale apre scenari tutti da scrivere per la Messina Servizi e fa emergere che per rilanciare davvero Messina non c’è bisogno di un solo uomo al comando ma di una squadra composta da diverse anime che rappresentano i tanti aspetti della nostra città, liberi da vincoli di fedeltà se non quello nei confronti del futuro di Messina». A dirlo è il segretario generale della Fit Cisl di Messina, Letterio D’Amico commentando la votazione avvenuta ieri sera in Consiglio comunale.
«Bisogna rivedere il modello organizzativo, con un nuovo piano industriale, il potenziamento con mini isole e nuove piattaforme impiantistiche, ripensare la raccolta differenziata, stabilizzare i lavoratori a tempo determinato che possano contribuire a migliorare i servizi».

Subito un confronto interno con l’azienda per affrontare il tema della riorganizzazione dei servizi. È quello che il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, auspica dopo la bocciatura del Consiglio comunale del Piano Tari. «Non si parli di tagli perché non sono necessari – avverte – occorre sicuramente una rimodulazione per garantire i servizi alla città considerato che è inaccettabile quello che si vede quotidianamente per le strade, con tanti cumuli di spazzatura lasciati ai bordi dei marciapiedi».
Per il segretario della Cisl occorre ripensare tutto il ciclo dei rifiuti cittadino. «Si parli di impiantistica e di costruzione di un processo dei rifiuti “chiuso” che possa fare risparmiare risorse economiche all'azienda e produca anche ricchezza, così come accade nel resto del paese dove i rifiuti vengono trasformati in risorsa. Abbiamo un problema sull’impiantistica, è vero, un problema del ciclo dei rifiuti che sicuramente è regionale ma Messina può attrezzarsi per evitare superarlo attraverso una riorganizzazione che preveda anche investimenti sull’impiantistica»

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