“Si apprende dalla stampa che un coro di giubilo si è levato nelle ultime ore per la salvezza del NeMO Sud. Praticamente un festeggiamento mentre le campane suonano a morto. C’è chi commenta questo funeral party, parlando di ‘brand Nemo’ come ‘grande assente’ ma forse vanno precisati alcuni aspetti. Intanto non si tratta di un marchio interscambiabile con altri come se bastasse solo un’operazione di marketing magistrale: non è una questione di forma, è sostanza. In secundis due degli attori principali sono e restano. Sarà il Policlinico a proseguire il servizio con la benedizione della Regione? Straordinario! Se ha fatto così bene in questi anni continuerà di certo ad eccellere (e noi ce lo auguriamo senza ironie!). Ammesso fosse quello l’attore eccellente, tanto da poter fare a meno del centro clinico, come recentemente qualcuno ha affermato”, così il membro del comitato regionale siciliano di Azione, Eleonora Urzí Mondo. “Il NeMO Sud era (non è!) un centro specializzato nella presa in carico di pazienti che hanno bisogno di ben altro rispetto alla prenotazione di una visita qui, una lí, un giorno pneumologica, uno cardiologica e così via. Diciamo le cose come stanno, la questione non è stata risolta per niente e chi afferma questo lo fa mentendo sapendo di mentire perché la tutela dei pazienti che in questi anni hanno trovato nel NeMO Sud un ricovero (nel senso più pieno del termine) completo, si avrebbe laddove questi non avessero la minima percezione di quel che sta accadendo. Invece le denunce social, i disagi e le proteste raccontano proprio un’altra storia”, prosegue il membro del direttivo siciliano del partito di Carlo Calenda. “Noioso e non funzionale questo continuo girarci attorno: il NeMO è stato scientemente affossato. Poi, che sia per interessi terzi o perché improvvisamente si è riconosciuto un profilo di illegittimità non è ancora dato saperlo. E non è questione di poco conto. Su questo, Regione, Università e Policlinico hanno il dovere di dare una spiegazione. Non esiste in nessun caso che si dica a gran voce la parola ‘illegittimità’ senza dare chiarimenti. Perché se ciò fosse acclarato si renderebbe necessaria una precisa e puntuale chiarificazione, ovvero una discolpa -usiamole le parole adeguate!- da parte dei protagonisti di questi anni e della claque della prima fila. Tra gli attori principali -noi non dimentichiamo che ci sono proprio Università, Policlinico e Regione. Il resto è fumo negli occhi e ne facciamo a meno perché non risolve, non chiarisce e non scongiura altro caos. Azione si è posto da subito in un atteggiamento di ricerca della verità, scevro da simpatie o contrapposizioni ex ante. Priorità ai pazienti; garanzia dei lavoratori; ma guai a mettere da parte le responsabilità e la verità. Un ‘abbiamo scherzato siamo stati tutti tanto bravi, pacca sulla spalla e volemose bene’ è una conclusione inaccettabile, per quanto ci riguarda. Per parlare di ‘vittoria’, ‘bel lavoro’ e farsi sanguinare le mani per gli applausi, non è il momento; finché non si dimostrerà di essere pronti -nei fatti e non a parole - a sopperire a questa chiusura, e ad affrontare appieno la faccenda rendendola trasparente come è giusto che sia, non c’è da festeggiare proprio niente”, conclude Urzí Mondo.