“Visto il clima che a livello nazionale si respira e l'odio omobilesbotrabsfobico che in varie parti della nostra Nazione ha prodotto violenze verso le persone Lgbt, e maggiormente contro le persone transgender, abbiamo ritenuto di chiedere il rinnovo del protocollo siglato all’ex Provincia Regionale, oggi Città Metropolitana, con Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e, al contempo, chiediamo al Comune di Messina di attivarsi e sottoscrivere anche come Comune un protocollo con Unar”, lo scrive il presidente provinciale di Arcigay Messina, Rosario Duca, che inoltre ha avanzato altre proposte.
“Chiediamo l'attuazione del protocollo interistituzionale siglato con la precedente amministrazione, l'istituzione di un osservatorio permanente Comunale per monitorare e intervenire su qualsiasi discriminazione. La disponibilità da parte del Comune di riservare un appartamento, cosiddetto di transito, al fine di ospitare chi per discriminazioni deve lasciare la casa o ne viene buttato fuori”.
Le richieste di Duca e dell’Arcigay arrivano dopo il caso dei nudisti multati (3.300 euro) sulla spiaggia di San Saba, che ha suscitato tante polemiche e, alle quali, inoltre, è seguita anche la nota del Comitato Messina Nord: “Abbiamo letto numerosi commenti e post in difesa dei nudisti multati nella famosa spiaggia di Capo Rasocolmo. Evidentemente ben pochi sanno realmente cosa succede in quel tratto di spiaggia. Ogni giorno, soprattutto nel fine settimana dalle 18 in poi – spiegano i rappresentanti del Comitato - quel tratto di spiaggia si trasforma in yuoporn, dove scambisti, gay, lsg, danno il meglio di sé. Inoltre, in una struttura sequestrata qualche giorno fa vi era un travestito che esercitava il mestiere più antico al mondo. Abbiamo raccolto le segnalazioni di numerose famiglie cha abitano e frequentano la spiaggia vicina, tutti lamentato di non potersi avvicinare all’area, che è di grandissimo pregio naturale, proprio a causa di queste condotte che sono ormai spregiudicate. Inoltre – denunciano ancora - l’area è di un privato cittadino che si è rivolto per primo alla Capitaneria di porto e Polizia municipale sia per denunciare la realizzazione di un immobile abusivo sulla sua proprietà, sia per chiedere controlli a causa di una situazione che è ormai fuori controllo”.
Il Comitato prosegue: “Non volevamo credere alle telefonate, ma un fine settimana ci siamo fatti una passeggiata e, sinceramente, siamo rimasti letteralmente sconvolti per l'indecenza che abbiamo visto, degna di una qualsiasi piattaforma porno on line. La legge Italiana punisce chiunque in luogo pubblico, aperto o esposto al pubblico, compie atti osceni ed è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 30.000 riferimento di legge Art. 527 Codice Pena. In Italia, ad oggi, non esiste una legge che regolamenta e garantisce la pratica del naturismo nei luoghi pubblici. Detto ciò questi frequentatori si dovrebbero limitare solo al nudismo ed evitare il resto, soprattutto quando passano famiglie, bambini e ragazzini che frequentano la spiaggia vicina. Abbiamo capito che per questi signori la spiaggia è di loro proprietà e possono fare quello che vogliono indisturbati. A tutto c'è un limite”.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia