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Risanamento a Messina... Quanto è difficile riconoscere i meriti altrui

Ad accendere la miccia Pietro Navarra: «Era tutto previsto, merito solo del Governo nazionale». La vicesindaca Previti replica con sarcasmo. Ed è subito... polemica

Ci sono volte in cui bisognerebbe solo dire «siete stati bravi, siamo stati tutti bravi», avere l’onestà e il coraggio di riconoscere i meriti altrui, chiedendo agli altri di fare lo stesso. E poi, dopo la reciproca soddisfazione, rimboccarsi le maniche e tornare a lavorare per il bene comune.

Ma quello di ammettere che è stato un bel lavoro, da parte di una forza politica o di un’Amministrazione dal colore diverso del proprio, sembra proprio lo sport più difficile da praticare. E lo conferma la nota del deputato nazionale del Pd Pietro Navarra che rivendica, ed è logico che lo faccia, la grande intuizione del Governo nazionale di dar vita al Bando per la Qualità dell’abitare (ideato dalla precedente ministra Paola De Micheli, del Pd) e di mettere un mare di risorse (3,2 miliardi che potrebbero diventare 4 nei prossimi mesi) per la realizzazione di progetti di risanamento, riqualificazione e rigenerazione urbana.

Ma quando si tratta di dover riconoscere che il Comune e la Città metropolitana di Messina sono stati capaci di presentare le proposte giuste, nei termini giusti, al punto da conseguire, con il progetto pilota da quasi 100 milioni di euro, il primo posto assoluto nella graduatoria nazionale, su ben 271 progetti, ecco i distinguo, l’accusa all’Amministrazione a non aver ancora demolito tutte le baracche, come aveva promesso il sindaco De Luca.

Alla notizia proveniente ieri da Roma, l’unica cosa da fare e da dire era: ottimo così, andiamo avanti, il Governo dimostra grande sensibilità per i territori, bravi Comune ed ex Provincia per aver saputo intercettare le risorse del Bando, a differenza di altre città e, soprattutto, dalla Regione siciliana.

Ci piacerebbe immaginare una dialettica politica dove ci si scontra, ci si confronta, le opposizioni non fanno sconti a chi governa, chi governa cerca di ascoltare chi è all’opposizione e, poi, quando si ottiene qualcosa di buono per la città, non si ha vergogna ad applaudire. Questo non vuol dire diventare tutti “draghiani” perché i soldi arrivano da Roma, o tutti “deluchiani”, perché si riconoscono i meriti dell’Amministrazione e degli uffici competenti che hanno lavorato mesi su mesi su questo e su altri fronti della programmazione. Vuol dire solo sforzarsi di essere obiettivi e onesti.

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