Villafranca, commercio e turismo all’orizzonte. Lo sviluppo del territorio sulle ceneri della Pirelli
Il futuro delle aree industriali dismesse di Villafranca, la ex Pirelli e la Italcementi, passa attraverso una svolta strategica di sviluppo territoriale. A tracciare un primo identikit dei siti è stato il consiglio comunale che, nella bozza di Piano regolatore, ha stabilito un nuovo indirizzo per le microaree industriali, transitate da zone a destinazione industriale a turistico-commerciale-ricettiva per la ex Pirelli. Mentre per la Italcementi previsti, all’attuazione del Piano, un indirizzo artigianale-direzionale e uno spazio urbano. Il gruppo politico che fa riferimento al sindaco Matteo De Marco confermerà questa linea anche per i prossimi anni. Intanto, come riferito dal primo cittadino, «si intende attuare sia il Prg che un nuovo Piano particolareggiato che rifletta sulla trasformazione delle aree in base ai requisiti paesaggistici. Attraverso un quadro di recupero, si potranno riorganizzare le superfici al fine di creare produttività ex novo, non più nel contesto industriale, visto che l’area si trova a ridosso del mare e del centro abitato». L’Esecutivo adotterà ogni iniziativa volta alla pianificazione di un differente progetto. Il recupero e la valorizzazione delle aree trovano il pieno appoggio della Cgil. «Abbiamo la necessità che tali zone dismesse diventino motore di sviluppo – ha dichiarato Gabriella Messina, segretaria della Cgil Sicilia –. Bisogna iniziare a progettare, raccogliere ogni opportunità, affinché si producano investimenti nell’ottica di una riconversione ecologica. La Sicilia, in ambito energetico ed ecologico, deve avere la capacità di raccogliere nuovi impulsi». In primis, secondo la segretaria regionale della Cgil, «è necessario individuare la vocazione dei luoghi, poiché sono doverose una grande sensibilità e una politica di sviluppo compatibile col territorio. Abbiamo chiesto alla Regione un coinvolgimento sui temi dell’energia, perché l’obiettivo è captare ogni possibilità. Occorre una ripartenza che nasca dalla transizione ecologica; non è accettabile la desertificazione delle aree». Per Giovanni Mastroeni, segretario generale Cgil Messina, «sul terreno della ex Pirelli il processo di reindustrializzazione, attraverso il quale si era ipotizzato l’inserimento di una cinquantina di aziende, non è avvenuto. Le realtà che operano sono 6-7. L’utilizzo è sottodimensionato rispetto alle previsioni. Oggi, l'alternativa è data dai processi che mirano alle attività produttive prive di impatto ambientale. È il caso delle aziende green che privilegiano innovazione, occupazione e sostenibilità»