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"Ti ho portato la Gazzetta". Il gesto d'amore di Iana sulla tomba del marito a Capo d'Orlando

Ogni giorno la signora Iana compie il gesto “rituale” alla tomba del marito Giovanni

«Ecco la Gazzetta del Sud di oggi, amore. La lascio qui sopra». Un gesto gentile, come altri, nel vivere quotidiano di una coppia. Come il caffè a letto. Nulla di straordinario se il “sopra” a cui fa riferimento la moglie, anzi la vedova, non fosse una lapide. E se chi la riceve non fosse il marito morto.

Morto all'anagrafe ma non nel cuore di Sebastiana, una minuta donna di 75 anni che continua a perpetuare quello che per suo marito era un rito di 50 anni: l'acquisto del giornale, la sua amatissima Gazzetta.

Lei, Sebastiana Di Vita, Iana per amici e parenti, quando l'1 giugno il Covid si è portato via suo marito Giovanni Cerutti, 76 anni quasi compiuti, un passato da ferroviere e da carabiniere ausiliario, ha continuato a rendere omaggio al marito e al giornale che gli aveva tenuto compagnia per oltre mezzo secolo. E così inforca le lenti, legge la prima pagina, la cronaca di Messina, lo sport, l'immancabile pagina dei necrologi. Poi quando può, non tutti i giorni, il giornale fresco di stampa lo porta, naturalmente di buon mattino come se fosse un caffè, sulla tomba del marito al cimitero di Capo D'Orlando.

«Gli addetti alle pulizie e i custodi lo sanno – ci spiega – non toccano nulla. Io poi torno dopo qualche giorno, ritiro la copia ingiallita e metto quella di giornata... Non mi chieda perché lo faccio. Se non lo facessi mi sembrerebbe di tradire la sua fedeltà». E poi si commuove Iana e racconta di quando il marito vedeva il Tg di Rtp o i talk televisivi della stessa emittente: «Non si perdeva una puntata. Per lui c'era solo una televisione e c'era solo un giornale».

Riaffiorano particolari che legano il ricordo di suo marito alla Gazzetta del Sud: «Noi a Messina – prosegue – abitavamo nelle villette che sono sorte a Santa Lucia Sopra Contesse e la domenica l'edicola sotto casa era chiusa. Giovanni prendeva la macchina e arrivava a Contesse. Non c'era verso di farlo desistere. Acqua, vento, grandine. Doveva avere la sua Gazzetta. Doveva informarsi di buon mattino. Come vuole che spezzi questa tradizione? Il giornale continuo a comprarlo e glielo porto. Lo farò finché avrò la forza di farlo».

La signora Sebastiana poi si ferma un attimo, riflette seria e ci dice: «Il 14 aprile del 2022 avremmo compiuto 50 anni di matrimonio e ci stavamo organizzando. Avremmo coronato un sogno. Una bella crociera in posti esotici. Certo sarebbe stata dura senza Gazzetta ma sono certo che lui se la sarebbe fatta mandare in foto dai suoi figli...». Quella della signora Iana e di suo marito Giovanni è una storia bellissima e commovente. Una di quelle storie che parlano di vero amore, che raccontano di abitudini derivanti da un legame viscerale con le radici, con il proprio territorio, con quel giornale che diventa l’amico fraterno di ogni mattina.

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