Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

«Nello Stretto di Messina si giocano le sorti del Sud»

Dall’assise di Confetra, la Confederazione nazionale dei trasporti, arrivano alcuni segnali chiari, altri contrastanti, ma c’è un dato incontrovertibile: la centralità dello Stretto, e ovviamente del collegamento stabile di Sicilia e Calabria, in qualunque progetto o piano o programma di rilancio del Mezzogiorno e dell’intero Paese. È intervenuta via web la ministra per il Sud Mara Carfagna, agli Stati generali della Logistica svoltisi ieri a Napoli, e ha ribadito la tesi portata avanti dal Governo Draghi: «Per i prossimi cinque anni ci sono 630 milioni “pronta cassa” per avviare le tanto attese Zone economiche speciali. E ci sono un miliardo 200 milioni di euro destinati ai porti del Meridione d'Italia, utili a rafforzare gli scali soprattutto sul piano delle infrastrutture ferroviarie, e anche al fine di sperimentare l'elettrificazione delle banchine per far allacciare le navi in sosta, il cosiddetto “cold ironing”». Quasi due miliardi da spendere per i porti e queste risorse, sempre secondo la ministra per il Sud, serviranno soprattutto «per sviluppare le reti ferroviarie, l'Alta velocità e l'Alta capacità, connettendo meglio il Meridione al resto d'Europa, in attesa di avviare anche la progettazione definitiva e la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina». Ed è intervenuta anche la presidente della Commissione Trasporti Raffaella Paita (Italia Viva) che per quanto riguarda la cruciale questione dello Stretto di Messina, ha spiegato chiaramente che «la visione dell'opera oggi è completamente modificata. Il Ponte è un'opera che può cambiare le sorti dei collegamenti al Sud, così come ci siamo battuti perché nel Pnrr ci fossero maggiori risorse destinate al Meridione e una strategia convincente sulle Zes come strumento efficace».. Tra i relatori, anche il presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, Mario Paolo Mega, il quale ha lamentato «l’assenza nel Pnrr di un progetto industriale di sviluppo nelle regioni meridionali che certamente condizionerà anche la qualità della spesa in infrastrutture. Proprio perché si tratta di un momento di grandi investimenti – ha detto Mega – occorreva creare una vera discontinuità con il passato evitando di finanziare opere ed interventi che non fossero funzionali ad un progetto di sviluppo industriale dei territori». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina

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