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Morì sulla A18 Messina-Catania per un masso lavico, processo riaperto

L’incidente che nel ’96 costò la vita ad un automobilista all’altezza di Acireale: dopo 26 anni la Cassazione dà ragione ai familiari

Hanno dovuto attendere 26 anni, ma alla fine uno spiraglio giudiziario è arrivato per una vicenda che vede al centro un incidente stradale mortale, la manutenzione dell’autostrada e... la pietra lavica. Si tratta dell’incidente avvenuto il 31 ottobre del 1996 sull’autostrada A18 Messina-Catania, al km. 68,500 nei pressi di Acireale, che provocò la morte di Alfio Salvatore Caponetto, quel giorno alla guida della sua Jaguar. L’uomo procedeva ad andatura moderata ma a causa delle condizioni disastrate del manto stradale, peraltro reso viscido dalla pioggia in quei frangenti, perse il controllo dell’auto andando a finire fuori strada ed urtando contro un grosso masso lavico, situato a margine della carreggiata autostradale, che in quel tratto era priva di idonea barriera di sicurezza. E da quella tragedia s’è originato un procedimento che ancora non è terminato, ma adesso vede la Cassazione riaprire i giochi dopo che per molti anni è stato detto “no” dai giudici alle richieste di risarcimento avanzate dai familiari, che sono assistite dall’avvocato Antonio Roberti. Familiari che lamentano ormai da due decenni nei confronti del Cas la mancanza di barriere protettive in quel tratto e la pericolosa presenza del masso lavico.

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