Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Centro Nemo Sud a Messina, interviene Azione Sicilia: "Dare risposte e servizi efficienti"

Nota congiunta del coordinatore regionale siciliano, Palazzolo, del membro del coordinamento regionale Urzi Mondo e del membro del comitato promotore provinciale messinese De Pasquale dopo il racconto di una mamma di un bimbo affetto da malattia neuromuscolare

Cresce il centro Nemo

“É inammissibile che accada quello raccontato stamattina attraverso i social prima e ripreso dalla stampa poi, da Valentina Valenti, madre del piccolo Peter, ex paziente NeMO Sud oggi affidato alle cure del Policlinico Universitario”, così Azione Sicilia interviene attraverso il coordinatore Regionale Giangiacomo Palazzolo, Eleonora Urzi Mondo (comitato promotore regionale) e Francesco De Pasquale (comitato promotore provinciale).

“Cure, per modo di dire: dopo ore di attesa per l’accettazione prima, trovare il medico dopo, e sentirsi dire che mancava l’impegnativa, il passaggio di consegne e chi più ne ha più ne metta - comunicazioni smentite dalla stessa signora con screenshot documentali -, il bambino viene rimandato ad altra data.

Il Commissario del Policlinico aveva dato certezze sulla capacità del nosocomio universitario e lo stesso assessore Razza si era premurato di confermare la sua massima fiducia al 'Gaetano Martino' per il percorso di transizione. Ma ‘l’andrà tutto bene’ - che, quasi, poteva  lasciar intendere che di un centro specializzato come il NeMO non ci fosse neanche reale bisogno - era evidentemente la classica frase fatta per mettere una toppa con uno spot fumoso.
La realtà, però, ci mette poco a emergere e sbatte in faccia con tutta la forza possibile. In faccia a dei bambini (stamattina erano in due) che di queste incapacità sono vittime.
Alle loro famiglie che, improvvisamente, restano orfane di un supporto vitale, di una realtà efficiente e di un servizio che ora, al netto di frasette propagandistiche e autoreferenziali, non ci si è mostrati all’altezza di erogare.
Le parole di questa mamma raccontano uno spaccato inammissibile. Chi ne è responsabile? Chi ha sbagliato? Perché non si è provveduto ad accogliere quelle consegne che, stando a quanto riportato (con immagini in allegato al post - che è pubblico -), sarebbero state trasmesse in data 22 giugno?

In un mondo giusto, le prime teste sarebbero rotolate già da tempo: non si può ridurre tutto a giochi di ruolo, competenze, burocrazia o dubbi di legittimità (che chi di dovere ha l’obbligo di palesare ma non ha ancora pubblicamente chiarito). Bisogna dare risposte e servizi efficienti ai tantissimi Peter e le troppe Valentina che, adesso, si sentono ovviamente preoccupate e a cui, oltre le scuse immediate, vanno dati feedback celeri e un’efficienza mai vista prima”.

Caricamento commenti

Commenta la notizia