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Comune di Taormina, Bolognari ufficializza: "E' dissesto"

Definitivamente finite le speranze per Palazzo dei Giurati. Valide le motivazioni della Corte dei conti che ha bocciato il piano di riequilibrio

Comune di Taormina

«Mi rivolgo ai cittadini per dare un annuncio importante e non bello. Il Comune di Taormina, nell'arco dei prossimi 20 o 30 giorni, dovrà dichiarare il dissesto finanziario».
Così il sindaco Mario Bolognari ha comunicato ufficialmente che il Comune di Taormina entro la fine del mese di luglio dovrà andare incontro al default. Per i vertici di Palazzo dei Giurati non ci sono, dunque, le condizioni per fare ricorso al giudizio della Corte dei conti che, il 25 maggio scorso, ha bocciato il piano di riequilibrio dell'ente.
«Non è una catastrofe, la città è ricca e si tratta di chiudere con il passato e risanare in modo definitivo. Anche altri comuni hanno dichiarato dissesto e nulla è accaduto di irreparabile. Bisognerà stringere la cinghia, essere coerenti e tenere i nervi saldi», ha rimarcato il sindaco, alle porte di uno scenario che vedrà gli amministratori del Comune rimanere in carica, mentre il Ministero dell'Interno nominerà tre commissari che si occuperanno del risanamento dei debiti dell'ente.

«Questa situazione - ha detto Bolognari - deriva da un lungo procedimento cominciato nel febbraio 2018, quando fu approvato dal consiglio comunale un piano di riequilibrio per il pagamento dei debiti che si erano accumulati nel tempo e che si riferivano a lunghe e antiche vicende di contenzioso con aziende e privati che avanzavano soldi dal Comune di Taormina. Il piano è stato esaminato dal Ministero dell'Interno soltanto il 4 novembre 2020, cioè con due anni e mezzo di ritardo, e questa relazione negativa sul piano è stata mandata alla Corte dei Conti di Palermo che, il 25 maggio scorso, in una udienza ha sentenziato che questo piano non può essere approvato. È una lunga vicenda, cominciata nel 2018 ma che in realtà aveva avuto due tappe precedenti nel 2013 e nel 2016, quando erano stati approvati altri piani di riequilibrio che erano stati superati perché l'Amministrazione del tempo ritenne che non fossero sufficienti, e che si conclude oggi».

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