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Messina, dalla Regione un altro stop all’edilizia

Il Pai (Piano di assetto idrogeologico) indica l’80% del territorio messinese come “sito di attenzione”, sottoponendolo a nuovi vincoli. Il Comune non ci sta e chiede ufficialmente di fermare tutto e di rivedere le previsioni. Per De Luca e Mondello è una «decisione unilaterale, non dettata da alcun regolamento»

Il Comune chiede ufficialmente alla Regione di «sospendere la validità» del Pai, il Piano di assetto idrogeologico. Ossia la mappa delle zone a rischio in Sicilia, approvato con decreto il 26 aprile scorso e pubblicato in Gazzetta ufficiale il 21 maggio. Una mappa che, nel caso di Messina, indica come “sito di attenzione”, e cioè sottoposto a precisi vincoli, l’80% del territorio.

È questo il nuovo fronte di battaglia amministrativa, ma anche politica, tra Messina e Regione, che vede in campo anche gli ordini professionali. Nei giorni scorsi il sindaco Cateno De Luca e l’assessore ai Lavori pubblici Salvatore Mondello hanno inviato una nota all’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, chiedendo di fermare tutto, perché quel piano, sostiene Palazzo Zanca, va rivisto.

«Il vincolo – viene spiegato nella nota – costringe i proprietari a ottenere, prima della realizzazione dell’intervento, il rilascio di una specifica autorizzazione amministrativa, oltre al titolo abitativo edilizio, peraltro demandando tale attività all’Autorità di bacino, che è a carattere regionale, determinando un appesantimento burocratico». Per il Comune «la complessità e farraginosità degli studi richiesti, anche a detta degli ordini professionali, andrebbe rivista e magari diversificata per le varie situazioni».

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