Nino Calarco era un visionario concreto. L’ex direttore della Gazzetta del Sud, scomparso di recente, non si batteva solo per la costruzione del Ponte ma immaginava la creazione di un grande Politecnico dello Stretto che, unendo le forze, le intelligenze, le energie, le risorse degli Atenei di Messina e della Calabria, facesse impallidire perfino i Politecnici del Nord, quelli di Torino e di Milano. Perché citiamo oggi Calarco? Perché mentre il Governo nazionale continua a rinviare le scelte determinanti per i nostri territori, ci sono occasioni che si stanno perdendo e che avremmo potuto intercettare, se solo ci fossero pari condizioni tra Meridione e Settentrione. Webuild, il colosso italiano delle Costruzioni, che ogni giorno si dice pronto a far ripartire le procedure, e i cantieri, del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, ha annunciato un importante investimento nei settori dell’innovazione e della sostenibilità, con una donazione all’Università per la realizzazione della Galleria del vento, la prima non stazionaria d’Europa. Ci sarebbe da brindare. Peccato solo che l’Università non è la nostra – come avrebbe voluto Nino Calarco – ma quella di Genova. Ecco cosa significa continuare a investire al Nord e non al Sud.
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