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Le turbative d’asta al Comune di Falcone. Resta il divieto di dimora per Paratore

L’inchiesta della Procura di Patti e dei carabinieri di Barcellona

Carmelo Paratore

Il sindaco di Falcone Carmelo Paratore non potrà tornare ad amministrare il centro tirrenico almeno per il momento, perché dopo il passaggio al Tdl della sua vicenda processuale rimane in piedi il divieto di dimora disposto a suo tempo dal gip, per l’inchiesta della Procura di Patti sui casi di turbativa d’asta al Comune. È questo il dato fondamentale dopo il deposito del provvedimento dei giudici de libertate di Messina, che hanno comunque cassato alcuni capi d’imputazione.
In concreto il Tdl peloritano in relazione a due delle quattro ipotesi di turbativa d’asta ha revocato la misura interdittiva della sospensione che il gip aveva applicato al sindaco come responsabile dell’Area tecnica del Comune (sono i capi d’imputazione A e B), mantenendo ferma per il resto la misura cautelare (capi D e C), con cui era stato disposto il divieto di dimora. I giudici hanno quindi accolto solo parzialmente l’istanza che aveva depositato nei giorni scorsi il suo legale, l’avvocato Nino Favazzo, che in una dichiarazione al nostro giornale parla di «provvedimento beffa, non soltanto perché da detto ufficio il Paratore aveva già rassegnato le dimissioni, ma perché di fatto impedisce al mio assistito di esercitare il suo mandato di sindaco del centro tirrenico, così aggirando un preciso divieto di legge in mancanza di esigenze cautelari non altrimenti tutelabili».

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