L’inchiesta sui “pacchetti” da mille euro per captare voti alle regionali del 2017 che ha interessato la città e tutta la provincia tirrenica del Messinese, adesso è chiusa. Ed è tutto nero su bianco, compresa la firma del sostituto della Distrettuale antimafia di Messina Fabrizio Monaco, che ha inviato l’atto di conclusione delle indagini preliminari a 14 indagati, per una storia nata da un’indagine della Dia di Catania sui brogli nella zona etnea alle regionali del 2017 che poi s’è allargata anche ad altri ambiti siciliani, coinvolgendo più persone. Al centro dell’inchiesta, poi ereditata dai colleghi della Dia di Messina per le indagini nella nostra provincia, ci sarebbero una serie di “mazzette” elargite per distribuirle ai grandi elettori della provincia di Messina, sparsi tra la città e i vari centri della zona tirrenica. Questo principalmente per incamerare voti e far eleggere all’Ars nel 2017 il milazzese d’adozione Santo Catalano. L’ex deputato, eletto nel 2008 con l’Mpa, poi dichiarato decaduto per una condanna per abusivismo edilizio, in quel periodo avrebbe avuto «stretti contatti» con l’ex consigliere provinciale di Messina Carlo “Roberto” Cerreti, così come hanno documentato gli investigatori della Dia di Messina. Ecco in nomi dei 14 indagati citati nell’atto conclusivo delle indagini ex art. 415 bis c.p.p.: l’ex consigliere provinciale a Messina Carlo “Roberto” Cerreti, l’ex parlamentare regionale Santo Catalano, l’attuale consigliere comunale di Milazzo Lorenzo Italiano, ex sindaco e candidato a sindaco alle ultime amministrative, il sindaco di Fondachelli Fantina Marco Pettinato e il padre ed ex sindaco del centro montano Francesco Pettinato, la candidata a sindaco di Librizzi alle ultime amministrative Maria Pamela Corrente; ci sono poi agli atti i nomi di Armando Buccheri di Terme Vigliatore, Carmelo Fascetto di Nicosia, del milazzese Francesco Salmeri, dei messinesi Placido Smedile, Davide Lo Turco e Giuseppa Zangla (tempo addietro ha inviato una nota escludendo ogni suo coinvolgimento, n.d.r.), l’imprenditore Enrico Talamo che avrebbe agito su Tortorici, e infine il milazzese Rocco Cambria. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina