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Raccolta differenziata: Messina risponde molto bene

Triplicati i numeri del 2018 e gli incassi dai consorzi. Resta il nodo spazzamento

Messina sta imparando a fare la differenza. Sì, fra umido e secco, imballaggi e indifferenziata. I messinesi si interrogano su dove vadano gettati i fazzolettini usati, l’incarto della focaccia o le bucce della frutta fresca. Molti hanno imparato a memoria il calendario delle esposizioni (lunedì indifferenziato, martedì plastica, mercoledì umido, etc). Altri si stanno adeguando e magari ancora scambiano il giorno dell’indifferenziata con il jolly della scala quaranta o col giorno libero della dieta, cioè quello in cui si può gettare tutto insieme, e domani si ricomincia. In ogni caso, la raccolta differenziata è diventato un “topic” fra i messinesi.

E allora vista la curiosità ci siamo fatti alcune domande, un po’ quelle che molte famiglie si fanno di fronte ai loro mastelli colmi di materiale. Ma tutto questa roba che fine fa? Davvero non finisce più in un’unica grande buca in chissà quale posto sperduto della Sicilia? E c’è qualcuno che paga per avere questa montagna di materiale diviso per tipologia di rifiuti? E quanto paga? E soprattutto, davvero sta crescendo questa differenziata, oppure, ci si domanda in famiglia, la facciamo bene solo noi?

I dati

Partiamo dalla fine. Dai dati che Messina Servizi pubblica, elabora e presenta alla Regione per la valutazioni. Come si può leggere dalla tabella in basso, relativamente ai cosiddetti imballaggi, cioè carta e cartone (in blu), vetro ( verde) e plastica e metalli (giallo), nel primo trimestre del 2018 Messina raccolse circa 1800 tonnellate di materiale, con carta e cartone a farla da padrone con 1100 t.. Il dato resta più o meno stabile fino all’estate del 2019, quando viene avviato il porta a porta, con il sistema attuale, nelle prime zone delle periferie nord e sud. Alla fine di quell’anno, carta e cartone sono cresciuto fino a 2000 tonnellate a trimestre e la plastica fino quasi e 500. Stabile il vetro ( ma era cresciuto in precedenza per il coinvolgimento generale degli esercizi commerciali) perchè il grosso del contributo lo danno bar e ristoranti, meno presenti in quelle zone. A quel punto la somma degli imballaggi è salita a 3200 tonnellate.

Arriva il 2020 e con esso il Covid. Nonostante altre zone si aggiungano al porta a porta, la crescita si blocca, anzi c’è una regressione, sempre nel vetro (locali chiusi) e l’unica a salire è sempre la plastica, quella che più di altro producono le famiglie. A giugno dell’anno scorso la curva della differenziata torna a impennarsi. Alla fine del semestre, quindi a Natale scorso, si completa l’intera area nord e sud. Carta e cartone sono a 2600 tonnellate a trimestre, oltre quota mille il resto dei materiali, totale 4.800, cioè + 150% quello prodotto due anni prima. A gennaio e febbraio, torna pesantemente il Covid e c’è un nuovo stop della crescita dei dati. Poi però arriva il momento del centro città, l’ultima porzione che mancava. La curva torna a crescere in maniera spedita fino alle proiezioni di questo secondo trimestre che fa registrare un nuovo record: quasi 3000 tonnellate di carta e cartone, oltre 1600 di plastica che scavalca il vetro a 1300. Totale quasi 6000 tonnellate, cioè tre volte in più di 3 anni prima.

Dove va a finire la differenziata?

Tutto il materiale raccolto viene consegnato ai consorzi che per il riutilizzo. La filiera premia i comuni “comprando” il prodotto. E nella seconda tabella si nota come la crescita della raccolta abbia portato a Palazzo Zanca, riducendo la crescita comunque significativa della Tari, una cifra triplicata in 3 anni. Dai 659.000 euro del 2018 ad una proiezione di 2,1 milioni per quest’anno.  I rifiuti di Messina, quelli differenziati, una volta raccolti iniziano un lungo viaggio per essere rigenerati. Il cartone finisce a Salerno, la carta a Lucca (pagati 100 euro a tonnellata) , la plastica (270 euro) in stabilimenti a Teramo, Ferrara, Napoli, il vetro (53 euro) resta in Sicilia, ma finisce a Marsala. L’umido va a Battipaglia e Mantova, ma in questo caso è Messina a pagare per lo smaltimento poco più 200 euro a tonnellata. «I dati dei primi 10 giorni di giugno – dice il presidente di Messina Servizi Pippo Lombardo – ci dicono che Messina è al 40% di differenziata.

I miglioramenti

Nello stesso periodo è stato raccolto lo stesso quantitativo di imballaggi che prima si facevamo in 50 giorni. La situazione è decisamente migliorata in centro. Per i commercianti da domani avremo un giorno in più di raccolta per plastica vetro e indifferenziata. Tutto il materiale raccolto con lo sforzo quotidiano dei cittadini è tolto dalle discariche. Per avere un’idea, la raccolta di plastica di una sola settimana in città, 120 tonnellate, è l’equivalente di 3 milioni di bottiglie d’acqua da due litri». Ma c’è ancora parecchia strada da fare, per tutti. «Le famiglie possono fare meglio la differenziata, perchè il 60% della frazione indifferenziata, in realtà dovrebbe finire fra plastica e carta o cartone. Noi informeremo meglio i messinesi con progetti mirati – dice Lombardo – e poi, rispetto ai nostri servizi, dobbiamo migliorare lo spazzamento. Oggi non è puntuale e continuativo. Abbiamo in programma l’assunzione di 117 persone che possano mettere a regime questa importante attività. Da domani parte la scerbatura nel quadrato del centro storico, ma subito dopo nel resto della città, con 28 squadre al lavoro. In 15 giorni avremo fatto il primo passaggio di pulizia e poi proseguiremo in termini ordinari».

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