Consapevole che la prudenza è una delle quattro virtù cardinali della teologia e morale cattolica, Enrico Giovannini mantiene un atteggiamento di accortezza, cautela, circospezione, precauzione, previdenza, chiamatelo come volete. E così, durante il question time in Senato, il ministro delle Infrastrutture, nel rispondere a un’interrogazione sull'attraversamento stabile dello Stretto di Messina, ripete quanto va dichiarando ormai da settimane: «Dopo la trasmissione al Parlamento della relazione finale del Gruppo di lavoro tecnico per la valutazione di soluzioni alternative, il Governo considera assolutamente fondamentale il confronto con il Parlamento e con le altre istituzioni, con la società civile». Niente di più niente di meno. «L’obiettivo è l’adozione di una decisione che consenta di rispondere al meglio alla domanda di mobilità da e per la Sicilia con infrastrutture e mezzi di trasporto adeguati e sostenibili sotto il profilo economico, sociale ed ambientale». Se sia pronto a “sposare” il progetto esistente del Ponte a una campata, o l’altro (inesistente) di quello a tre campate, Giovannini non lo dice. In compenso, ribadisce che «nel Piano nazionale di ripresa e resilienza sono, comunque, inseriti importanti investimenti che riguardano alcuni lotti dell’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Catania-Messina, l'attraversamento dinamico dello Stretto». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina