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Ecco come la prefetta attuerà la legge speciale per Messina

La neocommissaria Cosima Di Stani è già al lavoro per definire tempi e modalità

La baraccopoli di Messina

L’incarico è di quelli che rischiano di non far dormire la notte. Ma la prefetta Cosima Di Stani è abituata alle battaglie e le sa condurre, con piglio forte e deciso, come ha dimostrato nei suoi vari incarichi in città e territori certamente non facili: Reggio Calabria, la sua Taranto (con gli esplosivi problemi dell’Ilva), Crotone, Caltanissetta. In questi giorni, la rappresentante di Palazzo del Governo sta soprattutto studiando la materia. Il risanamento delle baraccopoli di Messina, con i 100 milioni messi a disposizione dall’esecutivo Draghi e con i poteri speciali che le sono stati affidati in qualità di commissario straordinario, è una sfida delicata ma possibile. Ci sono gli strumenti, ci sono, in ogni caso, le strutture messe a disposizione dal Comune e da Arisme, i primi confronti con il sindaco De Luca e il presidente dell’Agenzia del Risanamento Marcello Scurria sono stati improntati alla massima collaborazione. Anzi, è stato lo stesso De Luca a dichiarare che «non poteva esserci scelta migliore del prefetto». Ancora presto per definire nel dettaglio le modalità, i tempi e le procedure, anche se il decreto convertito in legge, voluto dalla ministra Mara Carfagna, indica chiaramente cosa bisogna fare. A partire dalla sfera di interventi che la commissaria dovrà attuare: «La demolizione, la rimozione, lo smaltimento e il conferimento in discarica dei materiali di risulta, il risanamento, la bonifica, la riqualificazione urbana e ambientale delle aree ove insistono le baraccopoli della città di Messina, nonché gli investimenti necessari per il ricollocamento dei residenti».

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