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Altro step verso la differenziata a Messina, ma il centro storico diventa un "caso"

Da oggi via i cassonetti tra le vie Cannizzaro, Battisti, S. Cecilia, degli Orti, Casazza e Italia, ma in centro sia gli esercenti che i residenti chiedono soluzioni specifiche

I numeri premiano il percorso intrapreso dalla MessinaServizi. Aumenta ancora, infatti, il dato sulla raccolta degli imballaggi: solo nella giornata di mercoledì sono stati raccolte oltre 80 tonnellate di plastica e metalli, un quantitativo che prima dell’avvio del porta a porta integrale si raggiungeva in un mese. Tant’è che la proiezione mensile è di circa 2000 tonnellate e di 25.000 tonnellate annue di imballaggi raccolti, il triplo rispetto a tre anni fa.

Ci sono, però, alcuni aspetti ancora da rivedere sulla zona della città più “delicata”, per un cambiamento così radicale: il centro storico ed in particolare quelle aree maggiormente interessate dalla presenza di locali, bar, ristoranti ed esercizi commerciali. Secondo Lino Santoro, delegato provinciale dell’associazione Pmi Sicilia, bar e ristoranti non possono tenere all’interno dei locali o dei laboratori i bidoni dei rifiuti differenziati. «Accogliamo con favore l’avvio del porta a porta anche in centro, ma è impensabile che un esercizio commerciale debba tenere al proprio interno i bidoni. Soprattutto se si tratta della frazione umida, è un problema di igiene che non risparmia proprio nessuno». Santoro chiede «soluzioni adeguate» al Comune e in particolare all’assessore all’Igiene cittadina, Dafne Musolino: «Sarebbe sufficiente replicare ciò che viene fatto in altre città con la collocazione dei bidoni all’esterno dei locali, allestendo uno spazio chiuso».
A rivendicare una specificità del centro storico è anche l’associazione “RispettoMessina”, comitato civico di cittadini, i quali evidenziano che con l’eliminazione degli ultimi cassonetti «ci saranno criticità da affrontare».

Il comitato sottolinea che «a nulla sono valse non solo le proteste, ma anche le proposte formulate in incontri ufficiali o resi pubblici con documenti articolati, anche dalla Federconsumatori, da una associazione di amministratori di condominio, da alcuni consiglieri circoscrizionali (c’è anche una delibera della quarta Municipalità che sollecita soluzioni sul tema, ndr) e dal circolo Pd Messina centro». Ma quali sono queste «specificità» del centro storico a cui fa riferimento “RispettoMessina”?

«La sua particolare conformazione urbanistica, la mancanza di spazi interni ed esterni agli isolati dove poter allocare i vari kit per la differenziata». Ma anche la vicinanza ad una maggiore concentrazione di locali: «Fra qualche giorno – lamentano i componenti del comitato – avremo una selva di mastelli, contenitori e buste di spazzatura posizionati alla rinfusa sulle vie e strade di passaggio, creando così situazioni di disagio e di tensione, e, soprattutto, problemi di carattere igienico-sanitario». Con la beffa che ai residenti viene chiesto «di affrontare ulteriori spese per rivolgersi a ditte private, per un “servizio pubblico essenziale” che, per legge, dovrebbe essere assicurato dal Comune».
Dall’associazione arrivano dunque le ennesime proposte, “mutuate” da altre città italiane: «Dalle isole ecologiche interrate di Belluno, alle Domus ecologiche di alcune municipalità di Roma, alle citybin con badge di Mantova». Proposte accompagnate, però, da un polemico scetticismo: «Fare riferimento a ciò, data la nostra realtà, è come riferirsi ad un mondo alieno, e, quella che poteva essere una occasione, sarà l'ennesima occasione sprecata per questa città e per chi la amministra».

 

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