Da una a tre campate, cosa cambia per la città di Messina? Sicuramente cambierebbe la collocazione della stessa grande infrastruttura, che verrebbe arretrata rispetto a Torre Faro, più verso la città, come dimostra la grafica qui pubblicata. E certamente bisognerebbe modificare gli strumenti di programmazione e di pianificazione urbanistica. Bisognerebbe ri-studiare tutte le opere compensative e quelle connesse al Ponte. Lo ha ben scritto il presidente di Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno, l’avv. Fernando Rizzo: «Il Ponte a tre campate è una corbelleria mostruosa per non fare nulla. Era già stato scartato 40 anni fa perché irrealizzabile nello Stretto dove si dovrebbero realizzare pile a 150 metri di profondità, con correnti fortissime, poggiate sulle faglie sismiche dello Stretto, con un impatto ambientale significativo». C’è un passaggio significativo nella relazione del Gruppo di lavoro, che domani dovrebbe essere presentata ufficialmente in sede di dibattito parlamentare, con le Commissioni Ambiente e Infrastrutture riunite congiuntamente. Come è stato evidenziato, il vero passo avanti, dopo decenni di ondeggiamenti vari da parte dei Governi che si sono succeduti a quello di Mario Monti, è che la Commissione di esperti «ritiene che sussistano profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina