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Messina, Nemo Sud terreno di scontro. In gioco 55 posti di lavoro

La Uil attacca, Policlinico e Università replicano. Il 30 giugno il Centro rischia di chiudere i battenti

Nemo Sud ancora al centro di uno scontro, stavolta tra sindacati e vertici di Università e Policlinico, chiamati in causa dalla Uil per la possibile perdita dei 55 posti di lavoro della coop Medisan, a cui si appoggia il centro Nemo per l’assistenza ai pazienti con malattie neuromuscolari. «Il 30 giugno, oltre 5.000 pazienti e i 55 lavoratori che garantiscono prestazioni fondamentali a favore di un’utenza siciliana e calabrese rischiano l’interruzione di un servizio essenziale che comporterà anche la perdita dei posti di lavoro. Purtroppo – scrivono i rappresentanti di Uil e Uil Fpl – la definitiva chiusura del Centro Nemo Sud, con le enormi conseguenze sanitarie e sociali che ne deriveranno, rischia di essere dietro l’angolo a causa della cinica volontà e della grave insipienza di ben determinati soggetti istituzionali».
Il riferimento, nemmeno troppo velato della Uil, è ai vertici di Università e Policlinico, colpevoli – secondo il sindacato – di aver disertato l’ultima riunione del Collegio dei fondatori per discutere della scadenza della convenzione tra Nemo e il “Gaetano Martino”. Anche per questo il sindacato ha chiesto un immediato confronto ai vertici di Unime e Policlinico che, intanto, però replicano. Il rettore Salvatore Cuzzocrea – senza troppi giri di parole – spiega che l’Università «non può esercitare alcuna azione per tutelare i lavoratori di una coop. Si tratta di 55 persone impiegate per 20 posti letto – ha chiarito – il Policlinico è soltanto un socio fondatore di una fondazione privata che ha affidato dei servizi a una cooperativa».

Cuzzocrea in una nota ha ripercorso tutte le ultime tappe della vicenda affermando che è stata la fondazione Aurora a voler recedere dalla convenzione anzitempo e che, tramite il presidente Alberto Fontana, ha inoltre esternato la sua approvazione a una proposta avanzata dal Rettore che per l’assistenza ai pazienti con malattie neuromuscolari punta a cambiare “modello” e uniformare la gestione del Centro Nemo al resto d’Italia affidandone la guida alla fondazione Serena che ha la stessa governance dell’Aurora ed è basata sull’internalizzazione dei servizi.
«Il contributo dell’Università di Messina delineato nella mia proposta costituisce a tutt’oggi l’unica concreta iniziativa per riorganizzare efficacemente il Centro Nemo Sud messinese. È evidente – ha continuato il rettore Cuzzocrea – che l’Ateneo ha esercitato e intende esercitare ogni utile azione con una nuova convenzione che ha l‘obiettivo di razionalizzare e riorganizzare il progetto».

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