Come accade spesso in questi casi, è difficile trovare l’unanimità dei consensi. L’ordinanza “coprifuoco” del sindaco Cateno De Luca, ha diviso la cittadinanza. Troppo dura per qualcuno, condivisibile per altri. Era stato il prefetto Cosima Di Stani, durante una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, a ricordare che i primi cittadini (erano presenti quelli di Barcellona, Capo d’Orlando, Lipari, Milazzo, Patti, Rometta, Sant’Agata di Militello, Santo Stefano di Camastra e Taormina, oltre a Messina) possono disporre la chiusura di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico (strade, piazze, lungomare) nelle quali non sia possibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza interpersonale di sicurezza. I sindaci hanno risposto in ordine sparso. Messina, Capo d’Orlando e Milazzo hanno reso off limits i luoghi clou delle uscite del primo maggio e nei principali luoghi d’incontro. A Messina, si è andati anche oltre con il divieto di stazionamento in tutte le strade e nelle spiagge di tutto il territorio. Taormina Patti e Barcellona hanno preferito non andare oltre le regole già vigenti nelle zone arancioni.
Nel capoluogo, sulla falsa riga dell’ordinanza varata in occasione delle festività pasquali, il sindaco ha reso “irraggiungibili” i luoghi preferiti per le scampagnate: a Torre Faro oggi e domani sono chiuse al pubblico la via Lanterna in corrispondenza degli incroci con la vie, Senatore Arena, Biasini e Fortino, fatta salva la possibilità di accesso alle abitazioni private.
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