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Il territorio peloritano adesso rincorre la svolta green: ecco la road map

Approvato il rapporto preliminare del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile: coinvolti 13 Comuni e vari portatori di interessi

Costruire il futuro forti delle esperienze passate e di quelle attuali. Il territorio peloritano guarda avanti. Scruta all'orizzonte opportunità di sviluppo che possono essere colte solo attraverso un'attenta analisi costi-benefici. Una chance rilevante è offerta dal nuovo Piano urbano della mobilità sostenibile della Città metropolitana di Messina, sul cui primo rapporto si è acceso il semaforo verde nei giorni scorsi. Redatto dalla società Tps Pro, ingloba risultati ottenuti e linee guida di pianificazione.

In soldoni, creato uno schema infrastrutturale di partenza, sulla base del quale, successivamente, innestare progetti relativi al territorio comunale e a quello provinciale. Via libera, intanto, a uno studio preliminare, effetto di un gruppo di lavoro interdisciplinare che ha visto in prima linea, tra gli altri, il sindaco metropolitano Cateno De Luca, il coordinatore delle attività Salvo Puccio (dirigente della V Direzione ambiente e pianificazione di Palazzo dei leoni) e Roberto Siracusano (responsabile del procedimento).

Coinvolti, nelle varie riunioni, tredici comuni: Barcellona, Lipari, Rometta, Castroreale, Falcone, Messina, Capri Leone, Castel di Lucio, Naso, Sant'Agata Militello, Tusa, Roccalumera e Taormina, che insieme ad altre Amministrazioni contribuiranno ad approntare un programma che coinvolge le opere in fase di attuazione e quelle che saranno inserite nel piano di crescita e ammodernamento dei servizi dedicati al territorio. Tutto ciò, però, non può diventare realtà senza una verifica approfondita dell'evoluzione futura delle opere da portare a compimento nell'ambito del Recovery Plan o di altre azioni di sviluppo.

Il Pums si articola in un percorso intrapreso lo scorso 25 marzo, con il cosiddetto “kick-off”, termine che in gergo calcistico coincide col fischio d'inizio. È poi proseguito con il primo workshop (25-26 marzo scorsi) e con il I Rapporto dello scorso 31 marzo. Lungo la strada, adesso, si materializzeranno focus su strategie, simulazioni e azioni da intraprendere, che sfoceranno in un secondo workshop previsto tra aprile e maggio. Il Pums toccherà quindi la tappa dell'adozione, nell'estate prossima, e dopo le osservazioni quella dell'approvazione definitiva in conformità con l'iter Vas. Un ruolo importante, in questa road map, è rivestito dai cosiddetti stakeholders o portatori di interessi: dalle associazioni sportive, sociali e culturali a quelle di categoria e sindacali, passando per ordini professionali, istituzioni, autorità, comandi militari, fornitori di servizi e operatori del trasporto, privati cittadini.

Indirizzando il mirino sul tema della mobilità, emerge che nella Città metropolitana di Messina, tra le 14 presenti in Italia, il mezzo di trasporto privilegiato per effettuare il tratto più lungo del tragitto (in termini di distanza e non di tempo) per recarsi al luogo di studio è costituito dai mezzi privati. Infatti, si colloca al 13° posto per mobilità attiva (a piedi e in bicicletta) con solo il 21.5% degli spostamenti e al 3° posto per la mobilità privata pari al 47.5% (auto come conducente e passeggero e motociclo). Poco cambia sul fronte degli spostamenti per raggiungere il luogo di lavoro: la Città metropolitana di Messina si piazza sul 4° gradino per mobilità attiva (a piedi e in bicicletta) ma al 12° per l'utilizzo di mezzi di trasporto collettivi (treno, tram, metropolitana, autobus urbano, filobus, corriera, autobus extra-urbano, autobus aziendale o scolastico).

Analizzando, invece, i dati della cosiddetta durata della mobilità sistematica, è sul terzo scalino del podio per numero degli spostamenti relativi a studio o lavoro entro i 15 minuti, dietro solo a Reggio Calabria e Bari. Altre stime oggetto di grande riflessione (e che certamente orienteranno le scelte future) riguardano il tasso di motorizzazione, formato dal rapporto tra il numero di autovetture iscritte nel Pubblico registro automobilistico (Pra) e per ogni 1.000 abitanti. In tale insieme, la provincia peloritana occupa il terzo posto della graduatoria, con 677 veicoli per ogni mille abitanti, preceduta da Firenze (773) e Catania (744). Un numero, quello della città dello Stretto e degli altri 107 comuni, superiore anche alla media nazionale (656) e che spinge, al momento, a vedere col cannocchiale il traguardo della “green mobility”.

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